sabato 2 giugno 2012

EVVIVA LA REPUBBLICA ITALIANA - FESTA DELLA REPUBBLICA 2 GIUGNO 2012


E' stato bello, bello e a costo zero il 2 giugno a Trezzo sull'Adda. Un gruppo di cittadini, di rappresentanti di partito e di una lista civica hanno aderito al nostro strano invito: un flash mob (riunione, che si dissolve nel giro di poco tempo, di un gruppo di persone in uno spazio pubblico) per festeggiare il 2 giugno, data in cui si ricorda la proclamazione Repubblica italiana avvenuta nel 1946 in seguito ad un referendum, dal titolo "Evviva la Repubblica italiana". Di flash mob ne sono stati svolti sei partendo da: via Biffi, passando per via Gramsci (di fronte alle scuole elementari), piazzale Gorizia, piazza Libertà, piazza S. Stefano ed infine il Municipio. Queste tappe hanno visto la timida curiosità di alcuni trezzesi contenti di vedere che loro concittadini, semplicemente e sentitamente con la lettura di brani (da Pertini a Borsellino e Falcone, Calamandrei e Iotti, o poesie e i primi dodici articoli della Costituzione), ricordavano una data fondante e carica di significato per il nostro Paese. L'ANPI trezzese continuerà la sua opera di promemoria, e non solo, nei confronti dei propri concittadini: dal Sindaco fino all'ultimo trezzese.

Carmine Femina
Presidente ANPI sezione di Trezzo sull’Adda.



Di seguito i brani letti:



Via Biffi I lettura

Da noi deve partire l'esempio di attaccamento agli istituti democratici e soprattutto l'esempio di onestà e di rettitudine. Perché il popolo italiano ha sete di onestà. Su questo punto dobbiamo essere intransigenti prima verso noi stessi, se vogliamo poi esserlo verso gli altri. Non dimentichiamo, onorevoli colleghi, che la corruzione è nemica della libertà. Sandro Pertini



Scuole elementari lapide ai Caduti I guerra mondiale II lettura

[…] La scuola, organo centrale della democrazia, perché serve a risolvere quello che secondo noi è il problema centrale della democrazia: la formazione della classe dirigente. La formazione della classe dirigente, non solo nel senso di classe politica, di quella classe cioè che siede in Parlamento e discute e parla (e magari urla) che è al vertice degli organi più propriamente politici, ma anche classe dirigente nel senso culturale e tecnico: coloro che sono a capo delle officine e delle aziende, che insegnano, che scrivono, artisti, professionisti, poeti. Questo è il problema della democrazia, la creazione di questa classe, la quale non deve essere una casta ereditaria, chiusa, una oligarchia, una chiesa, un clero, un ordine. No. Nel nostro pensiero di democrazia, la classe dirigente deve essere aperta e sempre rinnovata dall'afflusso verso l'alto degli elementi migliori di tutte le classi, di tutte le categorie. Ogni classe, ogni categoria deve avere la possibilità di liberare verso l'alto i suoi elementi migliori, perché ciascuno di essi possa temporaneamente, transitoriamente, per quel breve istante di vita che la sorte concede a ciascuno di noi, contribuire a portare il suo lavoro, le sue migliori qualità personali al progresso della società [...]. Pietro Calamandrei - 1950



Piazzale Gorizia III lettura

C'è un equivoco di fondo.

Si dice che il politico che ha avuto frequentazioni mafiose, se non viene giudicato colpevole dalla magistratura, è un uomo onesto. No! La magistratura può fare solo accertamenti di carattere giudiziale. Le istituzioni hanno il dovere di estromettere gli uomini politici vicini alla mafia, per essere oneste e apparire tali. – Paolo Borsellino

La mafia non è affatto invincibile; è un fatto umano e come tutti i fatti umani ha un inizio e avrà anche una fine. Piuttosto, bisogna rendersi conto che si può vincere non pretendendo l'eroismo da inermi cittadini, ma impegnando in questa battaglia tutte le forze migliori delle istituzioni. – Giovanni Falcone

  Piazza Libertà IV lettura

CANTO DEGLI ULTIMI PARTIGIANI - di Franco Fortini

Sulla spalletta del ponte
le teste degli impiccati
Nell'acqua della fonte
La bava degli impiccati.

Sul lastrico del mercato
Le unghie dei fucilati
Sull'erba secca del prato
I denti dei fucilati.

Mordere l'aria mordere i sassi
La nostra carne non è più d'uomini
Modere l'aria mordere i sassi
Il nostro cuore non è più d'uomini.

Ma noi s'è letta negli occhi dei morti
e sulla terra faremo libertà
Ma l'hanno stretta i pugni dei morti
La giustizia che si farà.

Piazza Santo Stefano V lettura

[…] Il barbaro assassinio del professor Bachelet ci richiama crudamente alla necessità di non abbandonarci ad una sorta di assuefazione e di rassegnazione al terrorismo. Le ormai innumerevoli vittime dell'attacco eversivo - da Aldo Moro, a Guido Rossa, a Emilio Alessandrini, a Piersanti Mattarella, ai tanti lavoratori, agenti di polizia, carabinieri, giornalisti, dirigenti di azienda, come ancora l'altro giorno a Milano - sono altrettante tappe del tentativo di creare un clima di guerriglia in tutto il paese, in ogni centro di aggregazione civile e sociale. La posta in gioco è elevatissima e richiede, da ciascuno di noi e tutti insieme, una mobilitazione costante, un impegno senza soste, una diuturna resistenza. Senza questa partecipazione di massa, senza l'impegno politico e civile di tutti, senza una piena consapevolezza della gravità del momento, non c'è salvezza. Tanto più oggi, di fronte ad una fase cosi delicata di tensioni economiche, sociali e politiche, interne ed internazionali. […] […]Voglio qui ribadire che la democrazia si difende con la democrazia e con la massima unità e coesione tra le forze sociali e politiche che hanno costruito, con la Resistenza e la Costituzione, la nostra Italia repubblicana […] – Nilde Iottti intervento alla Camera dei Deputati sull’assasisnio di Vittorio Bachelet - 1980



Via Roma – Municipio VI lettura
Articolo 1
L'Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro.
La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione.

Articolo 2
La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell'uomo, sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede l'adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale.

Articolo 3
Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.
È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese.

Articolo 4
La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto.
Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, un'attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società.

Articolo 5
La Repubblica, una e indivisibile, riconosce e promuove le autonomie locali; attua nei servizi che dipendono dallo Stato il più ampio decentramento amministrativo; adegua i principi ed i metodi della sua legislazione alle esigenze dell'autonomia e del decentramento.

Articolo 6
La Repubblica tutela con apposite norme le minoranze linguistiche.

Articolo 7
Lo Stato e la Chiesa cattolica sono, ciascuno nel proprio ordine, indipendenti e sovrani.
I loro rapporti sono regolati dai Patti Lateranensi. Le modificazioni dei Patti accettate dalle due parti, non richiedono procedimento di revisione costituzionale.

Articolo 8
Tutte le confessioni religiose sono egualmente libere davanti alla legge.
Le confessioni religiose diverse dalla cattolica hanno diritto di organizzarsi secondo i propri statuti, in quanto non contrastino con l'ordinamento giuridico italiano.
I loro rapporti con lo Stato sono regolati per legge sulla base di intese con le relative rappresentanze.

Articolo 9
La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica.
Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione.

Articolo 10
L'ordinamento giuridico italiano si conforma alle norme del diritto internazionale generalmente riconosciute.
La condizione giuridica dello straniero è regolata dalla legge in conformità delle norme e dei trattati internazionali.
Lo straniero, al quale sia impedito nel suo paese l'effettivo esercizio delle libertà democratiche garantite dalla Costituzione italiana, ha diritto d'asilo nel territorio della Repubblica secondo le condizioni stabilite dalla legge.
Non è ammessa l'estradizione dello straniero per reati politici.

Articolo 11
L'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo.

Articolo 12
La bandiera della Repubblica è il tricolore italiano: verde, bianco e rosso, a tre bande verticali di eguali dimensioni.