martedì 15 ottobre 2013

Per la costruzione di una memoria europea

Per la costruzione di una memoria europea

Milano / 18 - 19 ottobre 2013
"Settant’anni dall’8 settembre 1943". Per la costruzione di una memoria europea. Il peso delle responsabilità storiche di Italia e Germania.
Questi i temi che affronterà il convegno che si svolgerà a Milano il 18 e 19 ottobre presso la Sala Convegni Fondazione Memoria della Deportazione - Biblioteca Archivio Pina e Aldo Ravelli (Via Dogana 3 MM 1- 3 Duomo).
Programma venerdì 18 ottobre
Ore 16 - Saluti delle autorità e del presidente della Fondazione Gianfranco Maris.
Presiede Luigi Ganapini.
Enzo Collotti, relazione introduttiva.
ore 16.45 - Nicola Labanca, Il problema del silenzio:il passato coloniale dell’Italia.
ore 17.45 - Filippo Focardi, La lotta contro il “comune nemico” tedesco e la rimozione delle responsabilità italiane nella guerra dell’Asse.
ore 18.30 - Discussione.
Sabato 19 ottobre
Ore 9.30 - Presiede Giovanna Massariello.
Luigi Ganapini, L’8 settembre nella memoria degli italiani.
Ore 10.15 - Thomas Altmeyer, Il lavoro dei siti di memoria e storia in Germania.
Ore 11.15 - Lore Kleiber, La Casa della Conferenza di Wansee: la sua funzione simbolica e l’importanza attuale nel contesto dei luoghi di memoria a Berlino.
Ore 12 - Discussione.
Ore 15.00 - Presiede Massimo Castoldi.
Mimmo Franzinelli, I conti mancati con la dittatura: l’amnistia Togliatti.
Ore 15.45 - Raoul Pupo, Per una storia critica delle vicende del confine orientale.
ore 16.30 - Paolo Jedlowski, La difficile costruzione di una memoria autocritica.
ore 17.15 - Discussione finale.
È prevista la traduzione simultanea degli interventi.
Info: Fondazione Memoria della Deportazione, tel. 02 87383240
Si prega di prenotare la partecipazione all’evento: segreteria@fondazionememoria.it

mercoledì 25 settembre 2013

LA STRAGE DELLA DIVISIONE ACQUI A CEFALONIA 24 SETTEMBRE 1943 - 24 SETTEMBRE 2013 - VIDEO DI RAI NEWS 24 LE TESTIMONIANZE DEI SOPRAVVISSUTI

La manifestazione del 12 ottobre a Roma: l'Anpi non aderisce - Comunicato Anpi nazionale

"Non possiamo aderire a iniziative che, pur legittime, prospettano piattaforme politico-programmatiche. Resta fermo il nostro impegno per salvaguardare la Costituzione. Urge un forte rilancio delle linee del 2 giugno a Bologna".
Questo in estrema sintesi il senso del documento approvato ieri dalla Segreteria nazionale dell'Anpi a proposito della manifestazione indetta, tra gli altri, da Rodotà, Zagrebelsky, Landini, per il 12 ottobre a Roma.
"La Segreteria Nazionale dell’ANPI, in relazione alla manifestazione indetta a Roma per  il 12 ottobre, pur condividendo in linea di principio, gli obiettivi di fondo del documento “La via maestra” e in particolare l’obiettivo della difesa – senza conservatorismi, ma con assoluta intransigenza – della Costituzione contro ogni attacco, da qualunque parte provenga, ribadisce la necessità di continuare – prima di ogni altra cosa – a perseguire l’obiettivo che ci si era prefissi a Bologna, il 2 giugno, di fronte al pericolo reale e concreto di una riforma Costituzionale inaccettabile nelle modalità e nei contenuti",
Si spiega: "Considerato che in questa fase, mentre già sta procedendo speditamente il cammino del disegno di legge costituzionale che modifica l’art. 138, in una sorta di diffusa disattenzione, il problema principale non è quello di ampliare gli obiettivi (nelle dichiarazioni di alcuni promotori si delinea addirittura un vero e proprio programma politico) e rivolgersi solo alla piazza, ma è quello di combattere una battaglia specifica, che riesca a coinvolgere tutti i cittadini e non solo una parte di essi e che non si presti ad equivoci e strumentalizzazioni; a questo fine, ciò che occorre, al di là della propaganda, è la formulazione di un serio e concordato programma di iniziative concrete e coordinate, sempre sul tema specifico del 2 giugno, che invece – nei documenti più recenti – è praticamente finito nell’ombra".
E si aggiunge: "Ritenuto che non è possibile chiedere l’adesione dell’ANPI, su materie di tanto rilievo, senza coinvolgerla in alcun modo nella fase della preparazione e delle scelte delle modalità; che peraltro l’ANPI resta ferma sulla linea chiaramente espressa nel comunicato 18 maggio 2013, manifestata e largamente condivisa nella manifestazione del 2 giugno, a Bologna; e in particolare ribadisce l’invito a tutti i propri organismi e a tutte le associazioni interessate a mobilitarsi per informare, chiarire, discutere, con tutti i cittadini sulle tematiche dei progetti di riforma su cui si stanno impegnando Governo e Parlamento".
La segreteria nazionale dell'Anpi "propone che l’Associazione “Salviamo la Costituzione”, che tanti meriti si è acquisita in questi anni (e soprattutto in occasione del referendum del 2006) nella difesa – senza conservatorismi – della Costituzione e dei suoi valori, si faccia promotrice al più presto di un incontro quanto meno delle maggiori associazioni partecipanti alla manifestazione del 2 giugno a Bologna, per concordare le modalità per un prosieguo forte della battaglia contro le progettate riforme costituzionali, lanciando anche iniziative di informazione pubblica sia sugli aspetti critici della riforma in discussione proposta in Parlamento dal Governo, sia sulle questioni sulle quali alcune riforme coerenti con la struttura complessiva della Costituzione sarebbero facilmente realizzabili e addirittura auspicabili".
Si sottolinea po che "gli iscritti dell’ANPI sono liberi di partecipare alla manifestazione del 12 ottobre, a titolo personale. Sono invitati, peraltro, a promuovere ed a partecipare attivamente a tutte le iniziative che verranno organizzate dall’ANPI nazionale e dagli organismi periferici in questa materia, nella certezza che l’impegno sarà lungo e complesso e dunque occorrerà dispiegare tutte le energie disponibili".

"Resta ferma la disponibilità dell’ANPI - si sottolinea - a partecipare anche ad iniziative di più ampio respiro, se concordate preventivamente nelle modalità e negli obiettivi e non suscettibili di entrare in un campo squisitamente politico, che sarebbe estraneo alle finalità ed alla natura dell’ANPI".
"Infine, l’ANPI ringrazia il prof. Rodotà, il prof. Zagrebelsky, la prof.ssa Carlassarre e Sandra Bonsanti per aver dato risposta ad alcuni dei quesiti posti con la lettera del 19 settembre, assicurando che l’Associazione non dubita minimamente delle intenzioni e della lealtà dei promotori stessi, con i quali si augura di poter collaborare ancora, com’è accaduto spesso nel passato, in quello spirito imprescindibile di comprensione reciproca, di collaborazione e di rispetto e stima che ha contrassegnato e deve contrassegnare i rapporti associativi e quelli personali. Restano peraltro le perplessità relative alla oggettiva natura ed agli effetti collaterali della manifestazione, al di là della stessa volontà di alcuni dei promotori (un esempio significativo: sui giornali di oggi c’è chi afferma che non sarà una manifestazione “contro” ma una manifestazione “per”; e il “per” consisterebbe in “un piano di investimenti straordinari, pubblici e privati, per difendere il lavoro e riqualificare l’industria e per chiedere più servizi sociali”. In altre dichiarazioni si precisa che “occorre ricostruire uno spazio politico vuoto, perché è in gioco la democrazia”. Secondo altri organi di stampa, le parole d’ordine della manifestazione,  virgolettate, sarebbero, “una grande coalizione sociale per uscire dalla frammentazione e trasformare l’Italia”.
"Tutto è legittimo - si rileva -  ma ogni cosa a suo tempo e luogo. Oggi, secondo l’ANPI, l’obiettivo fondamentale resta quello di vincere la battaglia, in tutte le fasi, compreso, ove occorra, il referendum, contro un progetto di riforma che per metodo e contenuti è da respingere, nell’interesse del Paese ed in nome dei principi e valori espressi dalla Costituzione Repubblicana e tuttora validissimi".

IL DISEGNO DEGLI SCULTORI - CENTRALE TACCANI TREZZO SULL'ADDA - INAUGURAZIONE 5 OTTOBRE 2013

mercoledì 11 settembre 2013

MANIFESTAZIONE ANTIFASCISTA - COMO 12 SETTEMBRE 2013.

MANIFESTAZIONE ANTIFASCISTA
COMO GIOVEDI 12 SETTEMBRE 2013 - ORE 18
DAVANTI AL MONUMENTO ALLA RESISTENZA EUROPEA VIALE MAFALDA DI SAVOIA
Mobilitazione ANPI Regionale e ANPI Provinciale di Milano
NO AL RADUNO NEONAZISTA DEL 12-14 SETTEMBRE 2013

PULLMAN DA MILANO PER PARTECIPARE ALLA MANIFESTAZIONE ANTIFASCISTA
Ritrovo e partenza:
Giovedì 12 settembre da Milano alle ore 16,00 dai Bastioni di Porta Nuova angolo Melchiorre Gioia - nelle vicinanze della sede dell'ANPI in via San Marco, 49;
Si raccomanda di telefonare all'ANPI Provinciale per la prenotazione ai seguenti numeri di telefono: 0276023372 - 0276023373 oppure mandare una e-mail di conferma dei posti a: anpi.milano@tiscali .it

lunedì 26 agosto 2013

FUNERALE DI ALFREDO CORTIANA – IL PARTIGIANO ENZO (Discorso commemorativo del Presidente dell’ANPI di Trezzo sull’Adda)

E’ DIFFICILE TROVARE LE PAROLE IN OCCASIONI COME QUESTE.
UNA SOLA PAROLA MI VIENE ALLA MENTE. UNA PAROLA CHE POCHE, RARE VOLTE ABBIAMO USATO NEI CONFRONTI DI CHI, COME ALFREDO IL PARTIGIANO ENZO, NON NE HAN FATTE QUANDO SI SON TROVATI DI FRONTE A UNA SCELTA DIFFICILE E RISCHIOSA.
LUI, E ALTRI ED ALTRE IN GIOVANE E GIOVANISSIMA ETA’,  NON HANNO ESITATO DI FRONTE A CIO’ CHE, SEMPLICEMENTE, ANDAVA FATTO, PER DARE DIGNITA’ E LIBERTA’ AD UN PAESE PIAGATO DA VENT’ANNI DI DITTATURA FASCISTA, DA ANNI DI GUERRA E DI OCCUPAZIONE NAZISTA.
HANNO SCELTO DI COMBATTERE E RESISTERE, RESTITUENDOCI DIGNITA’, LIBERTA’ E DEMOCRAZIA.
QUELLA PAROLA, DICEVO, E’: GRAZIE.
GRAZIE ALFREDO
GRAZIE PROFESSORE
GRAZIE COMANDANTE ENZO
CIAO ALFREDO.

TREZZO SULL’ADDA  23 AGOSTO 2013
Alfredo Cortiana
11/08/1922 - 22/08/2013
Partigiano Enzo
119^ Brigata Garibaldi S.A.P.
"Quintino di Vona"

giovedì 22 agosto 2013

E' scomparso il comandante ENZO - Alfredo Cortiana

 
 
L'Associazione Nazionale Partigiani d'Italia di Trezzo sull'Adda, con dolore ed esprimendo vicinanza ai familiari, annuncia la morte del partigiano Alfredo Cortiana nome di battaglia Enzo. I funerali si terranno domani, 23 agosto 2013, alle ore 16.00 presso la chiesta parrocchiale di Trezzo sull'Adda in piazza Nazionale 10.

Di seguito trovate il link alla pagina del blog dell'ANPI di Cinisello Balsamo che ne racconta l'impegno e la lotta per la liberazione del nostro paese, e dell'Europa, dal nazifascismo.
http://anpicinisello.blogspot.it/2011/01/25-aprile-ore-14-insurrezione-cinisello.html
 
 
 
 
 

mercoledì 21 agosto 2013

L'Anpi: "Impedire il raduno dei nazifascisti europei

L'Anpi: "Impedire il raduno dei nazifascisti europei"
"L'Anpi provinciale di Milano esprime la propria profonda indignazione e la propria ferma condanna per il raduno neonazista promosso da Forza Nuova al quale parteciperanno formazioni  che si caratterizzano per la loro carica antisemita, xenofoba e razzista, provenienti dal nostro continente".
Inizia così la presa di posizione di Roberto Cenati, presidente dell'Anpi milanese a proposito del cosiddetto "Festival Boreal", una kermesse politico-musicale aperta a tutti i gruppi dell'ultra destra europera giunto alla seconda edizione.
La manifestazione dovrebbe svolgersi secondo gli organizzatori dal 12 al 14 settembre in una località non meglio precisata a Nord di Milano.
"Il raduno si pone in aperto contrasto con i principi e i valori sanciti dalla Costituzione repubblicana nata della Resistenza di cui quest'anno ricorre il settantesimo anniversario e si contrappone nettamente, per i suoi contenuti,  ai valori della nostra civiltà fondata sugli ideali nati con la rivoluzione inglese, francese e con il movimento operaio, che sono poi i valori della libertà, dell’uguaglianza, della solidarietà, della pace".
"Mentre chiamiamo gli antifascisti e i cittadini alla massima vigilanza democratica, chiediamo alle Istituzioni e alle autorità competenti di intervenire per impedire che queste inaccettabili e provocatorie iniziative che si pongono in aperta violazione della Costituzione e delle leggi vigenti possano aver luogo a Milano capitale della Resistenza o in altri comuni della nostra Regione

venerdì 14 giugno 2013

SOLIDARIETA' DELL'ANPI DI TREZZO SULL'ADDA AL MINISTRO KYENGE

La sezione ANPI di Trezzo sull'Adda esprime al propria solidarietà al ministro Kyenge, fatta oggetto di un inqualificabile attacco da parte della consigliera di quartiere, di Padova, la leghista Dolores Valandro.

La consigliera pubblicava, sulla propria pagina facebook, le seguenti parole:  "Ma mai nessuno che la stupri, così tanto per capire cosa può provare la vittima di questo efferato reato??????? Vergogna!". 

La vergogna è nostra nell'essere compatrioti di una tale persona, ma soprattutto della consigliera Valandro.

Trezzo sull'Adda, 14 giugno 2013



lunedì 3 giugno 2013

Intervento di Roberto Cenati Presidente dell'ANPI provinciale milanese - Resistenza e Costituzione – Domenica 2 Giugno 2013 _ Teatro San Babila

Intervento di Roberto Cenati - Resistenza e Costituzione Domenica 2 Giugno 2013 _ Teatro San Babila
2 giugno 1946: la vittoria della Repubblica

Il 2 Giugno segna una data di estrema importanza per il nostro Paese:la vittoria della Repubblica, frutto della lotta antifascista e della guerra di liberazione. E' stata la conclusione coerente di una lotta che ha liberato l'Italia non solo dal fascismo, ma dalla monarchia, responsabile dell'avvento al potere del fascismo, delle leggi antisemite del 1938, dell'entrata in guerra dell'Italia e delle tragedie che hanno devastato il nostro Paese. Fascismo e monarchia insieme avevano imposto la loro volontà al Paese ed insieme dovevano essere condannati. "La vittoria della repubblica – osservava un grande antifascista, Giorgio Amendola – ha rappresentato il miglior elemento di rottura della continuità dello stato italiano che si sia verificato nella crisi politica determinata dalla sconfitta della guerra fascista. La caduta della monarchia ha eliminato un centro di riorganizzazione, che poteva con il suo prestigio coprire eventuali tentativi di ritorni reazionari" e, sottolineava acutamente Giorgio Amendola: "La lotta unitaria del popolo italiano è riuscita a stroncare efficacemente i tentativi reazionari, succedutisi nel secondo dopoguerra, anche perchè ha potuto svolgersi su un nuovo terreno, quello creato dalla Repubblica e dalla Costituzione, senza che potesse intervenire in campo, contro la democrazia, un'autorità costituita e sovrana come la monarchia".

Costituzione e riconquista del principio di uguaglianza civile e politica Il voto repubblicano del 2 giugno 1946 aveva dato la vittoria alla parte più avanzata dell’Italia, a quella parte che aveva assimilato lo spirito della Resistenza e che voleva una repubblica di progresso, democratica, dove ai lavoratori per primi fosse riconosciuto il ruolo di protagonisti della nuova società, che si erano conquistati.
Lo stesso giorno in cui il voto popolare decretava la fine della monarchia
l'Assemblea Costituente venne investita del compito di dare al nuovo stato italiano sorto dalle rovine di quello fascista, una nuova Carta costituzionale.

La Costituzione, di cui quest'anno ricorreva il sessantacinquesimo anniversario dell'entrata in vigore, è nata dalla Resistenza (Piero Calamandrei definiva la Costituzione come Resistenza tradotta in formule giuridiche) e la Resistenza è il fondamento storico dello Stato nel quale viviamo, della Repubblica, della democrazia in Italia.


La nostra Costituzione è nata da una risoluta presa di posizione contro il passato, da una forte tensione polemica. E in questo caso, il nemico da abbattere aveva un nome: fascismo. Il principio di uguaglianza civile e politica era stato faticosamente conquistato dal movimento democratico nell’età liberale, benché nemmeno in quell’epoca si fosse realizzato compiutamente. Con il fascismo il principio di uguaglianza civile e politica fu radicalmente negato.
Il regime fascista aveva introdotto fra i cittadini del nostro Paese delle distinzioni che  infrangevano quel principio: basti pensare alle norme che imponevano, per l'ammissione ai pubblici impieghi, l'appartenenza al partito dominante o alle abominevoli leggi antisemite. Solo con la vittoria della Resistenza si è avuto il pieno riconoscimento delle libertà civili e politiche, a cominciare dal diritto di voto riconosciuto alle donne che tanta parte ebbero nella Resistenza.

Ad esse va la nostra profonda gratitudine e riconoscenza. Il nostro affettuoso, commosso ricordo si rivolge a tutte loro e alle tante, troppe partigiane che recentemente ci hanno lasciato: Teresa Noce, Alba Rossi Dell'Acqua, Stellina Vecchio Vaia. Venerdì 24 maggio 2013 abbiamo dato l'ultimo saluto alla partigiana Annunziata Cesani, da tutti noi conosciuta come Ceda, per trent'anni Presidente dell'ANPI di Sesto San Giovanni che, con Nori Brambilla Pesce, Concettina Principato e molte altre donne costituivano un punto di riferimento insostituibile per l'ANPI Provinciale di Milano.

Le ricorderemo tutte con affetto e commozione. "Molti articoli della Costituzione – sottolineava Alessandro Galante Garrone – rivelano la preoccupazione, sentita dai Costituenti, di non ricadere negli errori e nelle vergogne del recente passato, di predisporre le acconce difese. Ma nella Costituzione appare anche la volontà, l'impegno di trasformare il presente, di camminare in una certa direzione. In un senso e nell'altro – come polemica contro il passato, e come impegno per l'avvenire – la Costituzione è nata dalla Resistenza. La quale, nelle sue ispirazioni più consapevoli, non si propose soltanto di abbattere un regime, ma ebbe di mira un nuovo Stato, una nuova società". "I fini costituzionali – conclude Alessandro Galante Garrone - coincidono dunque con gli ideali della Resistenza."

Costituzione e cambiamento

Le radici della Costituzione e la profonda volontà di cambiamento si ritrovano in numerosi documenti resistenziali, come nelle piattaforme dei Gruppi di Difesa della Donna e per l'assistenza ai Combattenti della Libertà, sorti nel novembre del 1943. In esse non solo si proponevano forme di mobilitazione contro il regime nazifascista ma si enunciavano tutta una serie di rivendicazioni che poi verranno recepite nella Carta Costituzionale (affermazione di una serie di diritti in tema di lavoro, salute, istruzione, formazione professionale, accesso alla politica). Notevole è stato poi il contributo della Resistenza nella predisposizione dei primi studi sulla sanità che verranno conosciuti nella loro importanza nel corso del lavoro dell'Assemblea Costituente. Sia pure in mezzo a difficoltà enormi, prima le repubbliche partigiane, poi i CLN hanno affrontato il problema del rinnovamento e della riorganizzazione della sanità italiana. L'apporto più significativo da questo punto di vista deriva dal lavoro della Consulta veneta di sanità, organo del Comitato di liberazione regionale del Veneto. E lo spirito stesso della Resistenza che fu guerra alla guerra trova la sua più chiara esplicitazione nell'articolo 11 della Costituzione: "l'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà dei popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali".

Carattere antifascista della Costituzione

E' bene ricordare che la nostra Costituzione è profondamente antifascista. In ogni suo articolo esprime principi in contrasto non solo col fascismo in camicia nera (sono sempre più frequenti i rigurgiti neofascisti anche nella nostra città, che offendono Milano Città Medaglia d'Oro della Resistenza), ma con tutti i fascismi e gli autoritarismi comunque si presentino.

L'onorevole Aldo Moro, in un suo bellissimo intervento all'Assemblea Costituente del 13 marzo 1947, così rispondeva all'onorevole Lucifero che in sede di sottocommissione aveva espresso il desiderio che la nuova "Costituzione italiana fosse una "costituzione non antifascista, ma afascista": "Non possiamo fare una costituzione afascista – osservava Aldo Moro - cioè non possiamo prescindere da quello che è stato nel nostro Paese un movimento storico (il fascismo) di importanza grandissima, il quale nella sua negatività ha travolto per anni le coscienze e le istituzioni. Non possiamo dimenticare quello che è stato, perchè questa Costituzione oggi emerge da quella resistenza, da quella lotta, da quella negazione, per le quali ci siamo trovati insieme sul fronte della resistenza e ora ci troviamo insieme per questo impegno di affermazione dei valori supremi della dignità umana e della vita sociale". "Guai a noi – continuava Aldo Moro – se dimenticassimo questa sostanza comune che ci unisce e la necessità di un raccordo alla situazione storica nella quale questa Costituzione italiana si pone. Quando vi sono scontri di interessi, nei momenti duri e tragici, nascono le Costituzioni e portano di questa lotta, dalla quale emergono, il segno caratteristico. Non possiamo, se non vogliamo fare della Costituzione uno strumento insufficiente, prescindere da questa comune, costante rivendicazione di libertà e di giustizia. Sono queste le cose che devono essere a base della nostra Costituzione."

Il lavoro nella Costituzione

Il lavoro, a partire dall'articolo 1, viene considerato come fondamento stesso della repubblica, come diritto di tutti i cittadini; altrettanto fondamentale è il concetto che la libertà e l’eguaglianza, per essere tali, debbono esistere non solo di diritto, ma di fatto, e cioè realizzarsi mediante una trasformazione economica della società, che renda effettivi i diritti riconosciuti a ogni individuo. Senza uguaglianza non c’è libertà, e la libertà e l’uguaglianza restano vuote formule se lo Stato non assolve al suo preciso dovere di eliminare ogni impedimento sociale ed economico che possa ostacolarle. E’ lo Stato che deve intervenire sul piano economico e sociale per rendere possibile quel massimo traguardo di democrazia. Che oggi in Italia questi principi siano già stati compiutamente tradotti in realtà, nessuno oserebbe affermarlo. Ma è altrettanto certo che questa è la Repubblica democratica che la Costituzione ci impone di realizzare.

S
tiamo attraversando una crisi recessiva gravissima che colpisce l'Italia e l'Europa. Se non si inverte rapidamente la rotta, rischiamo di toccare il punto di non ritorno. Rischiamo di assistere alla frattura sociale e al collasso del sistema istituzionale. Non può sopravvivere una società con livelli così alti di disoccupazione giovanile, con un  indice crescente di mortalità delle imprese, con una così forte de-industrializzazione, con migliaia di lavoratori che vengono continuamente espulsi dalla produzione. Non può resistere un'economia, dopo anni di decrescita, che resta ferma alle dottrine rigoriste e si mostra incapace di rilanciare la domanda interna. Il grande statista francese Pierre Mendès-France disse nel 1955: "Ogni grande questione economica e sociale va affrontata alla luce del massimo vantaggio per i giovani" E proseguiva: "Un regime politico se misconosce questa verità essenziale è un regime che si condanna, che si suicida. Non merita di durare se non è capace di costruire l’avvenire, se non è in grado di rispondere ai bisogni delle generazioni che crescono". La nostra bussola deve rimanere il lavoro che deve diventare la nostra ossessione insonne, perchè altrimenti, senza lavoro, sarà impossibile anche ricostruire le istituzioni su una base di consenso.


La partecipazione dei lavoratori alla cosa pubblica.

Nella Costituzione non ci si limita ad affermare che senza uguaglianza non c'è libertà ma ci si è preoccupati di consentire che tutti i lavoratori partecipino alla vita del paese, alla gestione della cosa pubblica. Sono di nuovo i lavoratori ad essere additati come i protagonisti principali dell’organizzazione della società.

La classe operaia diede una prova straordinaria della sua forza con gli scioperi del marzo, novembre, dicembre 1943, di cui quest'anno ricorre il settantesimo anniversario e del marzo del 1944. Partecipò alla resistenza organizzandosi all’interno delle fabbriche con le Sap, nei comitati di agitazione di fabbrica, pagando con migliaia di arresti e deportazioni nel lager nazista di Mauthausen e nei suoi sottocampi (70% di mortalità) questa sua battaglia contro la guerra, per migliori condizioni di vita, per la libertà e la democrazia. Molti nomi di lavoratori e oppositori caduti sotto il nazifascismo sono ricordati alla Loggia dei Mercanti che vogliamo sottrarre al degrado per fare di essa un luogo vivo della Memoria di Milano, Città Medaglia d'Oro della Resistenza.

Il contributo dei lavoratori alla lotta per liberare il Paese dal nazifascismo è riconosciuto e sancito quindi nella stessa struttura portante della Carta Costituzionale.

Così Pietro Nenni nel suo intervento del 10 marzo 1947 all'Assemblea Costituente ricordava quel glorioso periodo: "Il primo risorgimento era stato opera di una borghesia colta, intelligente, eroica, capace di interpretare gli interessi collettivi della nazione italiana; quello che è stato chiamato il secondo risorgimento è stato l'opera della classe lavoratrice e dell'avanguardia della classe lavoratrice che è la classe operaia, che ha dimostrato, proprio in quell'occasione, di avere ereditato le antiche virtù della borghesia, elevandosi ad interprete degli interessi di tutta la nazione. Ecco che cosa significa per noi porre il lavoro come elemento dirigente della vita politica e sociale di un Paese; significa onorare nel lavoro l'elemento positivo e decisivo di ogni valore etico e politico".
L'obiettivo di realizzare la partecipazione attiva di tutti i cittadini e i lavoratori alla direzione dello Stato si poneva in netta contrapposizione con la concezione che dello stato avevano i fascisti. Della cosa pubblica, osservava Giacomo Ulivi, giovane studente fucilato dai repubblichini il 10 novembre 1944, nelle Lettere dei condannati a morte della Resistenza italiana, dobbiamo occuparci come della cosa più cara se vogliamo evitare, come accaduto durante il fascismo, che altri scelgano per noi. In questa fase di sempre più crescente distacco tra cittadini e istituzioni, dobbiamo più che mai richiamarci a questo forte monito che ci viene da lontano, sconfiggere la disaffezione e la diffidenza per la politica, che il fascismo ha instillato negli italiani, considerandola "una cosa sporca" e restituirle il suo significato originario di partecipazione e impegno disinteressati per il bene comune, come l'intera vicenda resistenziale e la Costituzione stessa ci hanno insegnato.


La divisione dei poteri

I problemi che abbiamo di fronte sono difficili e complessi e richiedono, impegno, rispetto dei principi, delle regole e della impalcatura costituzionale fondata sull’equilibrio e la divisione dei tre poteri (esecutivo, legislativo e giudiziario) che sono alla base della democrazia repubblicana.

La teoria della separazione dei poteri ha remoti antecedenti dottrinali che risalgono sino ad Aristotele; ma solo con Montesquieu essa ricevette la formulazione rimasta poi tradizionale e acquistò un'immensa importanza storica.

Noi siamo perchè questo fondamentale equilibrio non sia turbato e sbilanciato a favore del potere esecutivo e del suo rafforzamento: come ANPI siamo sempre stati e saremo contro ogni ipotesi di repubblica presidenziale o semipresidenziale, scartata dalla Assemblea Costituente per il timore del ripetersi di pericolose involuzioni autoritarie in un Paese che già aveva sperimentato la dittatura fascista. Non si può pensare di superare la gravissima crisi recessiva che investe il nostro Paese stravolgendo l'impalcatura fondamentale della Costituzione repubblicana nata dalla Resistenza, che va difesa ed attuata in tutte le sue parti. In una intervista rilasciata il 19 gennaio 1996 al quotidiano "La Repubblica", il compianto cardinale Carlo Maria Martini manifestava, sin da allora, le sue profonde preoccupazioni per i destini del nostro Paese: "L’impulso ad affidarsi a uomini della Provvidenza affiora sempre nei passaggi difficili della storia. Quando le situazioni appaiono troppo complesse, si vorrebbe qualcuno che quasi magicamente tirasse fuori la soluzione. In realtà occorre la pazienza di affrontare i passaggi difficili, utilizzando tutte le persone competenti e di buona volontà senza mitizzare nessuno". Questo forte monito credo che sia di scottante attualità per tutti noi.

giovedì 30 maggio 2013

2 GIUGNO A TREZZO SULL'ADDA. FESTA DELLA REPUBBLICA O SPOT ELETTORALE?

A Trezzo sull'Adda l'amministrazione comunale, presieduta dal Sindaco Danilo Villa a capo di una giunta Lega nord/Pdl, ha invitato, nel fine settimana della Festa della Repubblica, il Ministro delle Infrastrutture, Maurizio Lupi (Pdl), il 1 giugno ad un workshop,  e il Presidente della Regione Lombardia, Roberto Maroni (Lega nord), il 2 giugno all'inaugurazione della restaurata Torre del Bernabò, simbolo della nostra bella cittadina.

In questo profluvio di autorità ed eventi, comunicati con la newsletter comunale*, alla Festa della Repubblica è dedicata una serata musicale, degnissima per il contenuto culturale, il 31 maggio e non nel suo giorno naturale, peraltro sancito con legge n. 336 del 20 novembre 2000 , del 2 giugno. A noi pare, sinceramente, un po poco.

Capisco l'importanza della "macroregione", e l'avvicinarsi delle amministrative 2014,  ma a me, e a noi tutti credo, piace di più la "macroRepubblicaunaeindivisibile".

Nel 2012, voglio ricordare a tutti, il tentativo, ben riuscito, della nostra sezione ANPI di innovare la Festa della Repubblica con un "flashmob", con tanto di letture nelle vie della nostra Trezzo, che supplì alla mancanza dell'amministrazione verde/azzurra.

Nel 2011 organizzammo in Piazza Libertà , sempre come sezione ANPI colmando la lacuna della giunta comunale, un gazebo, con aperitivo, dove invitammo la cittadinanza a festeggiare il 2 giugno; ricordo anche un sindaco Villa, di passaggio in bici, meravigliato dalla presenza di tante persone.

Quest'anno nella giornata del 2 giugno, qui confesso la mia inazione come Presidente della sezione e me ne scuso, a Trezzo non ci saranno manifestazioni specifiche organizzate ne da noi ne, tantomeno, dalla giunta comunale; una possibilità però c'è.

A Milano si terrà un incontro dal titolo: 2 GIUGNO REPUBBLICA, COSTITUZIONE, LAVORO cui parteciperà anche l'ANPI Provinciale milanese.

L'invito, ai miei concittadini, è a partecipare alla manifestazione milanese dove verrà ricordata, con la dovuta e necessaria importanza, la nascita della nostra Repubblica e la nostra Costituzione.

Di seguito il programma della mattinata:

DOMENICA 2 GIUGNO, ALLE ORE 9,30 PRESSO IL TEATRO SAN BABILA,
IN C.SO VENEZIA 2A, A MILANO.

SARANNO PRESENTI:


GIORGIO BENVENUTO, Pre
sidente Fondazione Bruno Buozzi
SUSANNA CAMUSSO, Segretario generale CGIL
ROBERTO CENATI, Presidente ANPI Milano
WALTER GALBUSERA, Segretario generale UIL Milano e Lombardia
VALERIO ONIDA, Presidente emerito della Corte costituzionale
GIGI PETTENI, Segretario generale della CISL Lombardia
BASILIO RIZZO, Presidente del Consiglio comunale di Milano.

Interverranno anche gli attori:

Caterina Corsi, Ilaria Mereu (in arte Daph Mereu), Daniele Tagnocchetti (in arte Daniele Monterosi), Marco Giandomenico, Luca Scapparone, Linda Gennari.

Conduce NATASCHA LUSENTI, giornalista

La sezione ANPI di Trezzo sull'Adda parteciperà, presenti bandiera e Presidente, all'evento. Per chi volesse partecipare l'appuntamento è nel piazzale della Coop in via Gramsci a Trezzo sull'Adda alle ore 8 del 2 giugno. Raggiungeremo Corso Venezia in metropolitana.

*Link alla newsletter comunale:


A domenica.

Il Presidente della sezione ANPI di Trezzo sull'Adda



2 Giugno 2013 Viva la Costituzione, Viva la Repubblica fondata sul Lavoro!

La Repubblica e la Costituzione italiana sono legate in un rapporto indissolubile. Hanno radici comuni nella nostra storia e in particolare nella Resistenza:

Il 2 giugno è la Festa della nascita della Repubblica e della Carta Costituzionale.

La Costituzione ha consacrato sentimenti, speranze, valori profondamente radicati, in cui si riconoscono tutti gli italiani.

Essa è il frutto del lavoro unitario della costituente, ma non può essere ridotta al semplice compromesso tra partiti da mutare ad ogni stormir di fronde:

La Costituzione è base della nostra libertà.
In essa sono scolpiti i pilastri della nostra democrazia:

  • i diritti umani e la partecipazione della cittadinanza alla vita sociale e politica;
  • la passione egualitaria, cioè la passione verso i diritti di cittadinanza, egualmente riconosciuti a tutti.
  • l’autonomia e la separazione dei poteri (legislativo, esecutivo, giudiziario), compreso quello dell’informazione; e la loro indipendenza, la loro laicità e l’equilibrio tra di essi.

La Costituzione è come un albero, radicato nella terra in cui nasce e cresce. Si può potarlo o innestarlo, ma non si può sradicarlo dalla sua terra, senza farlo morire; la sua terra è il Lavoro!

Oggi un’equivoca cultura della libertà dei mercati sta sprofondando il nostro paese e l’Europa intera in una spirale recessiva senza termine che mette in discussione il primo fondamento della Carta Costituzionale e della Repubblica, il suo primo articolo:

L'Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro.

La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione.

e il suo imperativo corollario che nel terzo articolo prevede:

E` compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese.

Le riforme per rinnovare l’Italia non possono prescindere da Lavoro e Giustizia Sociale.

Per queste ragioni invitano tutti coloro i quali si riconoscono nei principi fondamentali della Carta costituzionale e nella sua attualità a sottolineare il suo legame con il Lavoro festeggiando insieme Repubblica, Costituzione e Lavoro

Domenica 2 giugno a Milano  presso il teatro San Babila, C.so Venezia 2a con inizio alle ore 9,30.

Saranno con noi insieme a

Natascia Lusenti: Valerio Onida, Roberto Cenati, Giorgio Benvenuto, Susanna Camusso, Basilio Rizzo, Gigi Petteni.

Comitato 2 Giugno Insieme per la Costituzione
(Acli, Arci, Anpi, associazione Adesso Basta, Associazione culturale Punto Rosso,
Casa della Carità, Casa della Cultura, CGIL, Libera, Libertà e Giustizia)

martedì 30 aprile 2013

ANPI provinciale di Milano sulle manifestazioni in ricordo di Ramelli - Comunicato del presidente Roberto Cenati

L'ANPI Provinciale di Milano ha condannato sin dal primo momento la sanguinosa aggressione al diciassettenne Sergio Ramelli che ha segnato la prematura fine della sua giovane vita.

Difendere i valori dell’antifascismo, che nella Resistenza conobbe l’impegno più alto, non significa ricorrere all’uso della violenza da noi sempre deprecata e stigmatizzata dopo la vittoriosa conclusione, il 25 Aprile 1945, della Guerra di Liberazione contro il nazifascismo.

Riteniamo pertanto lecito da parte di chiunque compiere atti di omaggio alle vittime di azioni violente perpetrate dopo la Liberazione, purchè ciò avvenga in modi adeguati e rispettosi della legalità repubblicana.

Altra cosa sono i cortei e le manifestazioni di aperta apologia del fascismo, gravemente offensivi di Milano Città medaglia d'Oro della Resistenza, svoltisi negli anni passati, nella ricorrenza dell'uccisione di Sergio Ramelli e del consigliere provinciale Enrico Pedenovi, che potrebbero verificarsi anche il 29 aprile prossimo.

Richiamiamo dunque l'attenzione delle Istituzioni e delle autorità preposte alla difesa dell'Ordine Pubblico a vigilare perchè il ricordo di chi è stato vittima di ingiustificata violenza non si traduca in atti che si pongano manifestamente in contrasto e in violazione delle regole e dei principi sanciti dalla Costituzione repubblicana nata dalla Resistenza.

Roberto Cenati

ASSOCIAZIONE NAZIONALE PARTIGIANI D’ITALIA
 
Comitato Provinciale di Milano

lunedì 29 aprile 2013

Condanna dell’ANPI dell’attentato davanti a Palazzo Chigi - ANPI Milano 28 aprile 2013

L’ANPI Provinciale di Milano esprime la sua ferma condanna del gravissimo attentato avvenuto Domenica 28 aprile davanti a Palazzo Chigi che ha provocato il ferimento di due carabinieri e di una passante, proprio nel giorno del giuramento del nuovo governo.

L’attentato che dalle prime notizie sembrerebbe opera di un singolo individuo, avvenuto in una delicatissima fase attraversata dal Paese, costituisce un fatto gravissimo e si pone in aperto contrasto con le regole e i principi sui quali è fondata la nostra democrazia.

L’ANPI nell’esprimere la propria solidarietà alle Forze dell’Ordine così duramente colpite chiama i cittadini, i democratici, gli antifascisti alla massima vigilanza per respingere qualsiasi pericolosissimo attacco alla convivenza civile, alla legalità repubblicana, ai valori sanciti dalla Costituzione nata dalla Resistenza.

Roberto Cenati, Presidente ANPI Provinciale di Milano

giovedì 25 aprile 2013

DISCORSO DEL 25 APRILE 2013 DEL PRESIDENTE ANPI DI TREZZO SULL’ADDA





Il 25 aprile cade in un momento di gravissima crisi per il Paese: pesante instabilità economica, un livello occupazionale mai così basso, una situazione che costringe molte famiglie addirittura al livello della disperazione, uno scenario politico segnato da una devastante confusione, da una forte caduta di valori e infine da una diffusa rabbia sociale – derivante da una pesante incertezza del futuro – che spesso si traduce in atti e linguaggi di preoccupante violenza.

Siamo oggi  qui ad auspicare e a cercare di realizzare, con la partecipazione e l’impegno individuale nella vita quotidiana,  un sentiero di profonda inversione di rotta e solida ricostruzione nel  sentiero tracciato dalla Costituzione - ancor ‘oggi disapplicata e ignorata quando non avversata - unica garanzia di un Paese libero, civile e cosciente.

L’Italia ha bisogno di ritrovare i punti fermi di una democrazia normale. Un Parlamento che funzioni nella serietà e nella trasparenza, di una politica “buona”, di organi di garanzia che fondino la loro autorevolezza sul richiamo ai valori della Costituzione nata dalla Resistenza.

I valori  per i quali coloro, i cui nomi sono impressi in quella lapide e su molte altre in Italia e non solo, hanno combattuto e sono morti. Quei valori  devono aiutarci dalla tentazione di tirarci fuori, di affidare il timone delle scelte e della guida pubblica alla casualità e non all’impegno di ognuno di noi nelle varie formazioni associative previste dalla nostra Costituzione. Dobbiamo liberare il futuro da interessi personali e tentativi di riedizioni di pratiche e culture politiche che hanno mortificato, diviso e gettato nella disgregazione l’Italia. Dobbiamo impegnarci contro ogni forma di degenerazione morale e politica e contro ogni rischio di populismo e autoritarismo.

E’ necessario che si torni ad incontrarci a riflettere insieme: in una parola a partecipare e ridare ossigeno a una democrazia in difficoltà. E un appello a chi ha il dovere costituzionale di amministrare e di garantire, soprattutto ora in una fase di forte debolezza dei cittadini, i diritti: non sono più tollerabili condotte che non siano trasparenti e responsabili; non è più sostenibile una situazione di disuguaglianza, di incertezza e di precarietà.

Spero che questo 25 aprile sia una festa grande, partecipata, celebrata in ogni angolo d’Italia, un’infinita piazza che rimetta in moto la speranza e ridisegni il volto del Paese nel solco delle sue radici autentiche mai troppo ricordate: l’antifascismo e la Resistenza da cui derivano la nostra Costituzione e la nostra Repubblica.

A tale proposito voglio ricordare da dove sono partite le radici di questo Paese.

La prima è una donna. Fu partigiana, comandante di compagnia, nome di battaglia Chicchi,  poi componente della Costituente: Teresa Mattei recentemente scomparsa. Teresa fu colei che diede il colore giallo all’8 marzo facendo adottare, quale simbolo della giornata internazionale delle donne,  la mimosa. Fu tra le fondatrici dell’ Unione delle Donne Italiane, famosa come UDI, che, ancora oggi, si batte per i diritti delle donne, non ancora completamente realizzati, e a loro difesa laddove vengono minacciati. Ma fu, soprattutto, tra coloro che collaborarono a scrivere l’articolo 3 della nostra Costituzione:

Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.

È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e la uguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese.

La seconda, non meno importante, sono gli operai. Quegli operai che 70 anni fa, con gli scioperi di Torino del 5 marzo 1943, furono il primo segnale del movimento di popolo che portò alla Resistenza e alla caduta del fascismo. Passati gli anni del protagonismo politico e sociale sembrano scomparsi dalla scena. Oggi gli operai paiono dimenticati, ma esistono.  Ancora oggi, in tempo di crisi, resistono e cadono. Ricordandoli, quale simbolo del mondo del lavoro nella sua più larga accezione, mi urge dire:

L'Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro.

La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione.

Viva l’Italia.







mercoledì 24 aprile 2013

QUALCOSA TIPO LIBERAZIONE - DI MASSIMO GRAMELLINI VICE DIRETTORE DE LA STAMPA - 24 APRILE 2013


Nell'esporre la sua netta contrarietà all'esecuzione di «Fischia il vento e infuria la bufera» durante le celebrazioni del 25 aprile, il commissario prefettizio di Alassio ha spiegato agli ultimi, stupefatti partigiani che la festa della Liberazione è apolitica. Non me ne voglia Sua Eccellenza, ma fatico a trovare una festa più politica dell’abbattimento di una dittatura. Politica in senso nobile e bello, al netto degli orrori reciproci che purtroppo fanno parte di ogni guerra civile.  

Oggi il modo più diffuso per commemorare la Liberazione consiste nel rimuoverla, annegandola in un mare di ignoranza. Un signore ha scritto scandalizzato dopo avere udito all'uscita da una scuola la seguente conversazione tra ragazzi: «La prof dice che giovedì non c’è lezione». «Vero, c’è qualcosa tipo… una liberazione». Ma anche i pochi che sanno ancora di che cosa si tratta preferiscono non diffondere troppo la voce «per non offendere i reduci di Salò», come si è premurato di precisare il commissario di Alassio. Una sensibilità meritoria, se non fosse che a furia di attutire il senso del 25 aprile si è finito per ribaltarlo, riducendo la Resistenza alla componente filo sovietica e trasformando le ferocie partigiane che pure ci sono state nella prova che fra chi combatteva a fianco degli Alleati e chi stava con i nazisti non esisteva alcuna differenza. La differenza invece c’era, ed era appunto politica. Se avessero vinto i reduci di Salò saremmo diventati una colonia di Hitler. Avendo vinto i partigiani, siamo una democrazia. Nonostante tutto, a 68 anni di distanza, il secondo scenario mi sembra ancora preferibile. 

Grazie, partigiani.  

venerdì 19 aprile 2013

Il 25 aprile tutti in piazza per l’Antifascismo e la Costituzione - Appello dell'Anpi nazionale per la Festa della Liberazione

Il 25 aprile cade in un momento di gravissima crisi per il Paese: pesante instabilità economica, un livello occupazionale mai così basso, una situazione che costringe molte famiglie addirittura al livello della disperazione, uno scenario politico segnato da una devastante confusione, da una forte caduta di valori e infine da una diffusa rabbia sociale – derivante da una pesante incertezza del futuro – che spesso si traduce in atti e linguaggi di preoccupante violenza.

Il 25 aprile cade, quindi, a dettare un sentiero di profonda inversione di rotta e solida ricostruzione: diritti, partecipazione. Il sentiero della Costituzione - ancor ‘oggi disapplicata e ignorata quando non avversata - unica garanzia di un Paese libero, civile e cosciente, un Paese, è il caso di dirlo e sottolinearlo, normale. La festa della Liberazione cade a liberarci dalla tentazione di tirarsi fuori, affidare il timone delle scelte e della guida pubblica alla casualità; a liberare il futuro da interessi personali e tentativi di riedizioni di pratiche e culture politiche che hanno mortificato, diviso e gettato nella disgregazione l’Italia. E’ soprattutto un monito contro ogni forma di degenerazione morale e politica e contro ogni rischio di populismo e autoritarismo.

L’Italia ha bisogno di un governo democratico e stabile, di un Parlamento che funzioni nella serietà e nella trasparenza, di una politica “buona”, di organi di garanzia che fondino la loro autorevolezza sul richiamo ai valori della Costituzione nata dalla Resistenza.

Il 25 aprile è un grande richiamo alle cittadine e ai cittadini a tornare ad incontrarsi, riflettere insieme: in una parola a partecipare e ridare ossigeno a una democrazia sempre più calpestata. E un monito a chi ha il dovere costituzionale di amministrare e di garantire diritti:

non sono più tollerabili condotte che non siano trasparenti e responsabili; non è più sostenibile una situazione di disuguaglianza, di incertezza e di precarietà.

Auspichiamo una Festa grande, celebrata in tutti i Comuni, un’infinita Piazza che rimetta in moto la speranza e ridisegni il volto del Paese nel solco delle sue radici autentiche:

antifascismo e Resistenza. L’ANPI sarà in campo, e lavorerà a fianco delle cittadine e dei cittadini, per compiere questo decisivo percorso, con passione e rinnovata energia: l’ANPI è la forza dei suoi giovani, della sua nuova stagione per la democrazia.

Una stagione di piena e straordinaria Liberazione.

venerdì 12 aprile 2013

25 APRILE 2013 INIZIATIVE A TREZZO SULL'ADDA DELL'ANPI DI TREZZO E ALTRE ASSOCIAZIONI.

Invitiamo a partecipare a tutte le iniziative. Le nostre, che troverai in questa lettera, e a quelle organizzate dall’amministrazione a partire dalla messa del 25 aprile, alle ore 9 presso la chiesa parrocchiale, e al tradizionale corteo che, alle ore 10, partirà dal Monumento ai Caduti di piazza Nazionale.

Iniziative dell’ANPI di Trezzo sull’Adda

PRANZO DEL 25 APRILE ALL’INSEGNA DELLA PACE E DELLA SOLIDARIETA’

25 aprile 2013 presso  Libro Aperto p.za Nazionale 8 alle ore 12,30 – Costo di € 25 
Per prenotazioni Braiato Mario e Pirola M. Luisa – 3334071929 
ore 16 esibizione del coro “La cumbricula de Tress”

SPETTACOLO DEL GRUPPO SUONI E L’ANPI “FESTA DI APRILE”

Suoni e parole della Resistenza

26 aprile 2013 ore 21 presso la Società Operaia di Mutuo Soccorso

Piazza S. Stefano Trezzo Sull’Adda.

1 MAGGIO 2013 ORE 16,00 PRESSO LIBRO APERTO

Proiezione del documentario “La guerra del Grigna. La lotta partigiana sui monti di Esine”

e del cortometraggio “L’appuntamento” 

A cura dell’associazione Soldelladda, Auser e AIAL

Al termine verrà offerto un aperitivo


SENTIERI DI RESISTENZA – 5 MAGGIO 2013

Gita organizzata dall’associazione Soldelladda – Partenza da Trezzo sull’Adda alle ore 7,30 (chiesa parrocchiale p.za Nazionale) Mete:  Museo Fratelli Cervi a Gattatico (RE) e Brescello (RE) – Costo: 35 € per gli adulti e 20 € per i bambini comprensivi di visite, pullman e pranzo. Le prenotazioni vanno effettuate entro il 3 maggio 2013 chiamando il seguente numero 3394336062 (Diego Torri), oppure recandosi presso la Bottega del commercio equo e solidale di via Giovine Italia di Trezzo sull’Adda o scrivendo a: soldelladda@gmail.com

Trezzo sull’Adda, 12 aprile 2013



giovedì 11 aprile 2013

Appello dell'Anpi per il 25 aprile: ridiamo ossigeno alla democrazia

"Il 25 aprile - si rileva - cade in un momento di gravissima crisi per il Paese: pesante instabilità economica, un livello occupazionale mai così basso, una situazione che costringe molte famiglie addirittura al livello della disperazione, uno scenario politico segnato da una devastante confusione, da una forte caduta di valori e infine da una diffusa rabbia sociale – derivante da una pesante incertezza del futuro – che spesso si traduce in atti e linguaggi di preoccupante violenza".

"Il 25 aprile - si sottolinea - cade, quindi, a dettare un sentiero di profonda inversione di rotta e solida ricostruzione: diritti, partecipazione. Il sentiero della Costituzione - ancor’oggi disapplicata e ignorata quando non avversata - unica garanzia di un Paese libero, civile e cosciente, un Paese, è il caso di dirlo e sottolinearlo, normale".

"La festa della Liberazione - si spiega - cade a liberarci dalla tentazione di tirarsi fuori, affidare il timone delle scelte e della guida pubblica alla casualità; a liberare il futuro da interessi personali e tentativi di riedizioni di pratiche e culture politiche che hanno mortificato, diviso e gettato nella disgregazione l’Italia. E’ soprattutto un monito contro ogni forma di degenerazione morale e politica e contro ogni rischio di populismo e autoritarismo".

"L’Italia ha bisogno di un governo democratico e stabile, di un Parlamento che funzioni nella serietà e nella trasparenza, di una politica “buona”, di organi di garanzia che fondino la loro autorevolezza sul richiamo ai valori della Costituzione nata dalla Resistenza".

"Il 25 aprile - si ricorda - è un grande richiamo alle cittadine e ai cittadini a tornare ad incontrarsi, riflettere insieme: in una parola a partecipare e ridare ossigeno a una democrazia sempre più calpestata. E un monito a chi ha il dovere costituzionale di amministrare e di garantire diritti: non sono più tollerabili condotte che non siano trasparenti e responsabili; non è più sostenibile una situazione di disuguaglianza, di incertezza e di precarietà".

"Auspichiamo - conclude l'appello dell'Anpi - una Festa grande, celebrata in tutti i Comuni, un’infinita Piazza che rimetta in moto la speranza e ridisegni il volto del Paese nel solco delle sue radici autentiche: antifascismo e Resistenza. L’ANPI sarà in campo, e lavorerà a fianco delle cittadine e dei cittadini, per compiere questo decisivo percorso, con passione e rinnovata energia: l’ANPI è la forza dei suoi giovani, della sua nuova stagione per la democrazia. Una stagione di piena e straordinaria Liberazione".

Dal sito nazionale ANPI