martedì 30 aprile 2013

ANPI provinciale di Milano sulle manifestazioni in ricordo di Ramelli - Comunicato del presidente Roberto Cenati

L'ANPI Provinciale di Milano ha condannato sin dal primo momento la sanguinosa aggressione al diciassettenne Sergio Ramelli che ha segnato la prematura fine della sua giovane vita.

Difendere i valori dell’antifascismo, che nella Resistenza conobbe l’impegno più alto, non significa ricorrere all’uso della violenza da noi sempre deprecata e stigmatizzata dopo la vittoriosa conclusione, il 25 Aprile 1945, della Guerra di Liberazione contro il nazifascismo.

Riteniamo pertanto lecito da parte di chiunque compiere atti di omaggio alle vittime di azioni violente perpetrate dopo la Liberazione, purchè ciò avvenga in modi adeguati e rispettosi della legalità repubblicana.

Altra cosa sono i cortei e le manifestazioni di aperta apologia del fascismo, gravemente offensivi di Milano Città medaglia d'Oro della Resistenza, svoltisi negli anni passati, nella ricorrenza dell'uccisione di Sergio Ramelli e del consigliere provinciale Enrico Pedenovi, che potrebbero verificarsi anche il 29 aprile prossimo.

Richiamiamo dunque l'attenzione delle Istituzioni e delle autorità preposte alla difesa dell'Ordine Pubblico a vigilare perchè il ricordo di chi è stato vittima di ingiustificata violenza non si traduca in atti che si pongano manifestamente in contrasto e in violazione delle regole e dei principi sanciti dalla Costituzione repubblicana nata dalla Resistenza.

Roberto Cenati

ASSOCIAZIONE NAZIONALE PARTIGIANI D’ITALIA
 
Comitato Provinciale di Milano

lunedì 29 aprile 2013

Condanna dell’ANPI dell’attentato davanti a Palazzo Chigi - ANPI Milano 28 aprile 2013

L’ANPI Provinciale di Milano esprime la sua ferma condanna del gravissimo attentato avvenuto Domenica 28 aprile davanti a Palazzo Chigi che ha provocato il ferimento di due carabinieri e di una passante, proprio nel giorno del giuramento del nuovo governo.

L’attentato che dalle prime notizie sembrerebbe opera di un singolo individuo, avvenuto in una delicatissima fase attraversata dal Paese, costituisce un fatto gravissimo e si pone in aperto contrasto con le regole e i principi sui quali è fondata la nostra democrazia.

L’ANPI nell’esprimere la propria solidarietà alle Forze dell’Ordine così duramente colpite chiama i cittadini, i democratici, gli antifascisti alla massima vigilanza per respingere qualsiasi pericolosissimo attacco alla convivenza civile, alla legalità repubblicana, ai valori sanciti dalla Costituzione nata dalla Resistenza.

Roberto Cenati, Presidente ANPI Provinciale di Milano

giovedì 25 aprile 2013

DISCORSO DEL 25 APRILE 2013 DEL PRESIDENTE ANPI DI TREZZO SULL’ADDA





Il 25 aprile cade in un momento di gravissima crisi per il Paese: pesante instabilità economica, un livello occupazionale mai così basso, una situazione che costringe molte famiglie addirittura al livello della disperazione, uno scenario politico segnato da una devastante confusione, da una forte caduta di valori e infine da una diffusa rabbia sociale – derivante da una pesante incertezza del futuro – che spesso si traduce in atti e linguaggi di preoccupante violenza.

Siamo oggi  qui ad auspicare e a cercare di realizzare, con la partecipazione e l’impegno individuale nella vita quotidiana,  un sentiero di profonda inversione di rotta e solida ricostruzione nel  sentiero tracciato dalla Costituzione - ancor ‘oggi disapplicata e ignorata quando non avversata - unica garanzia di un Paese libero, civile e cosciente.

L’Italia ha bisogno di ritrovare i punti fermi di una democrazia normale. Un Parlamento che funzioni nella serietà e nella trasparenza, di una politica “buona”, di organi di garanzia che fondino la loro autorevolezza sul richiamo ai valori della Costituzione nata dalla Resistenza.

I valori  per i quali coloro, i cui nomi sono impressi in quella lapide e su molte altre in Italia e non solo, hanno combattuto e sono morti. Quei valori  devono aiutarci dalla tentazione di tirarci fuori, di affidare il timone delle scelte e della guida pubblica alla casualità e non all’impegno di ognuno di noi nelle varie formazioni associative previste dalla nostra Costituzione. Dobbiamo liberare il futuro da interessi personali e tentativi di riedizioni di pratiche e culture politiche che hanno mortificato, diviso e gettato nella disgregazione l’Italia. Dobbiamo impegnarci contro ogni forma di degenerazione morale e politica e contro ogni rischio di populismo e autoritarismo.

E’ necessario che si torni ad incontrarci a riflettere insieme: in una parola a partecipare e ridare ossigeno a una democrazia in difficoltà. E un appello a chi ha il dovere costituzionale di amministrare e di garantire, soprattutto ora in una fase di forte debolezza dei cittadini, i diritti: non sono più tollerabili condotte che non siano trasparenti e responsabili; non è più sostenibile una situazione di disuguaglianza, di incertezza e di precarietà.

Spero che questo 25 aprile sia una festa grande, partecipata, celebrata in ogni angolo d’Italia, un’infinita piazza che rimetta in moto la speranza e ridisegni il volto del Paese nel solco delle sue radici autentiche mai troppo ricordate: l’antifascismo e la Resistenza da cui derivano la nostra Costituzione e la nostra Repubblica.

A tale proposito voglio ricordare da dove sono partite le radici di questo Paese.

La prima è una donna. Fu partigiana, comandante di compagnia, nome di battaglia Chicchi,  poi componente della Costituente: Teresa Mattei recentemente scomparsa. Teresa fu colei che diede il colore giallo all’8 marzo facendo adottare, quale simbolo della giornata internazionale delle donne,  la mimosa. Fu tra le fondatrici dell’ Unione delle Donne Italiane, famosa come UDI, che, ancora oggi, si batte per i diritti delle donne, non ancora completamente realizzati, e a loro difesa laddove vengono minacciati. Ma fu, soprattutto, tra coloro che collaborarono a scrivere l’articolo 3 della nostra Costituzione:

Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.

È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e la uguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese.

La seconda, non meno importante, sono gli operai. Quegli operai che 70 anni fa, con gli scioperi di Torino del 5 marzo 1943, furono il primo segnale del movimento di popolo che portò alla Resistenza e alla caduta del fascismo. Passati gli anni del protagonismo politico e sociale sembrano scomparsi dalla scena. Oggi gli operai paiono dimenticati, ma esistono.  Ancora oggi, in tempo di crisi, resistono e cadono. Ricordandoli, quale simbolo del mondo del lavoro nella sua più larga accezione, mi urge dire:

L'Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro.

La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione.

Viva l’Italia.







mercoledì 24 aprile 2013

QUALCOSA TIPO LIBERAZIONE - DI MASSIMO GRAMELLINI VICE DIRETTORE DE LA STAMPA - 24 APRILE 2013


Nell'esporre la sua netta contrarietà all'esecuzione di «Fischia il vento e infuria la bufera» durante le celebrazioni del 25 aprile, il commissario prefettizio di Alassio ha spiegato agli ultimi, stupefatti partigiani che la festa della Liberazione è apolitica. Non me ne voglia Sua Eccellenza, ma fatico a trovare una festa più politica dell’abbattimento di una dittatura. Politica in senso nobile e bello, al netto degli orrori reciproci che purtroppo fanno parte di ogni guerra civile.  

Oggi il modo più diffuso per commemorare la Liberazione consiste nel rimuoverla, annegandola in un mare di ignoranza. Un signore ha scritto scandalizzato dopo avere udito all'uscita da una scuola la seguente conversazione tra ragazzi: «La prof dice che giovedì non c’è lezione». «Vero, c’è qualcosa tipo… una liberazione». Ma anche i pochi che sanno ancora di che cosa si tratta preferiscono non diffondere troppo la voce «per non offendere i reduci di Salò», come si è premurato di precisare il commissario di Alassio. Una sensibilità meritoria, se non fosse che a furia di attutire il senso del 25 aprile si è finito per ribaltarlo, riducendo la Resistenza alla componente filo sovietica e trasformando le ferocie partigiane che pure ci sono state nella prova che fra chi combatteva a fianco degli Alleati e chi stava con i nazisti non esisteva alcuna differenza. La differenza invece c’era, ed era appunto politica. Se avessero vinto i reduci di Salò saremmo diventati una colonia di Hitler. Avendo vinto i partigiani, siamo una democrazia. Nonostante tutto, a 68 anni di distanza, il secondo scenario mi sembra ancora preferibile. 

Grazie, partigiani.  

venerdì 19 aprile 2013

Il 25 aprile tutti in piazza per l’Antifascismo e la Costituzione - Appello dell'Anpi nazionale per la Festa della Liberazione

Il 25 aprile cade in un momento di gravissima crisi per il Paese: pesante instabilità economica, un livello occupazionale mai così basso, una situazione che costringe molte famiglie addirittura al livello della disperazione, uno scenario politico segnato da una devastante confusione, da una forte caduta di valori e infine da una diffusa rabbia sociale – derivante da una pesante incertezza del futuro – che spesso si traduce in atti e linguaggi di preoccupante violenza.

Il 25 aprile cade, quindi, a dettare un sentiero di profonda inversione di rotta e solida ricostruzione: diritti, partecipazione. Il sentiero della Costituzione - ancor ‘oggi disapplicata e ignorata quando non avversata - unica garanzia di un Paese libero, civile e cosciente, un Paese, è il caso di dirlo e sottolinearlo, normale. La festa della Liberazione cade a liberarci dalla tentazione di tirarsi fuori, affidare il timone delle scelte e della guida pubblica alla casualità; a liberare il futuro da interessi personali e tentativi di riedizioni di pratiche e culture politiche che hanno mortificato, diviso e gettato nella disgregazione l’Italia. E’ soprattutto un monito contro ogni forma di degenerazione morale e politica e contro ogni rischio di populismo e autoritarismo.

L’Italia ha bisogno di un governo democratico e stabile, di un Parlamento che funzioni nella serietà e nella trasparenza, di una politica “buona”, di organi di garanzia che fondino la loro autorevolezza sul richiamo ai valori della Costituzione nata dalla Resistenza.

Il 25 aprile è un grande richiamo alle cittadine e ai cittadini a tornare ad incontrarsi, riflettere insieme: in una parola a partecipare e ridare ossigeno a una democrazia sempre più calpestata. E un monito a chi ha il dovere costituzionale di amministrare e di garantire diritti:

non sono più tollerabili condotte che non siano trasparenti e responsabili; non è più sostenibile una situazione di disuguaglianza, di incertezza e di precarietà.

Auspichiamo una Festa grande, celebrata in tutti i Comuni, un’infinita Piazza che rimetta in moto la speranza e ridisegni il volto del Paese nel solco delle sue radici autentiche:

antifascismo e Resistenza. L’ANPI sarà in campo, e lavorerà a fianco delle cittadine e dei cittadini, per compiere questo decisivo percorso, con passione e rinnovata energia: l’ANPI è la forza dei suoi giovani, della sua nuova stagione per la democrazia.

Una stagione di piena e straordinaria Liberazione.

venerdì 12 aprile 2013

25 APRILE 2013 INIZIATIVE A TREZZO SULL'ADDA DELL'ANPI DI TREZZO E ALTRE ASSOCIAZIONI.

Invitiamo a partecipare a tutte le iniziative. Le nostre, che troverai in questa lettera, e a quelle organizzate dall’amministrazione a partire dalla messa del 25 aprile, alle ore 9 presso la chiesa parrocchiale, e al tradizionale corteo che, alle ore 10, partirà dal Monumento ai Caduti di piazza Nazionale.

Iniziative dell’ANPI di Trezzo sull’Adda

PRANZO DEL 25 APRILE ALL’INSEGNA DELLA PACE E DELLA SOLIDARIETA’

25 aprile 2013 presso  Libro Aperto p.za Nazionale 8 alle ore 12,30 – Costo di € 25 
Per prenotazioni Braiato Mario e Pirola M. Luisa – 3334071929 
ore 16 esibizione del coro “La cumbricula de Tress”

SPETTACOLO DEL GRUPPO SUONI E L’ANPI “FESTA DI APRILE”

Suoni e parole della Resistenza

26 aprile 2013 ore 21 presso la Società Operaia di Mutuo Soccorso

Piazza S. Stefano Trezzo Sull’Adda.

1 MAGGIO 2013 ORE 16,00 PRESSO LIBRO APERTO

Proiezione del documentario “La guerra del Grigna. La lotta partigiana sui monti di Esine”

e del cortometraggio “L’appuntamento” 

A cura dell’associazione Soldelladda, Auser e AIAL

Al termine verrà offerto un aperitivo


SENTIERI DI RESISTENZA – 5 MAGGIO 2013

Gita organizzata dall’associazione Soldelladda – Partenza da Trezzo sull’Adda alle ore 7,30 (chiesa parrocchiale p.za Nazionale) Mete:  Museo Fratelli Cervi a Gattatico (RE) e Brescello (RE) – Costo: 35 € per gli adulti e 20 € per i bambini comprensivi di visite, pullman e pranzo. Le prenotazioni vanno effettuate entro il 3 maggio 2013 chiamando il seguente numero 3394336062 (Diego Torri), oppure recandosi presso la Bottega del commercio equo e solidale di via Giovine Italia di Trezzo sull’Adda o scrivendo a: soldelladda@gmail.com

Trezzo sull’Adda, 12 aprile 2013



giovedì 11 aprile 2013

Appello dell'Anpi per il 25 aprile: ridiamo ossigeno alla democrazia

"Il 25 aprile - si rileva - cade in un momento di gravissima crisi per il Paese: pesante instabilità economica, un livello occupazionale mai così basso, una situazione che costringe molte famiglie addirittura al livello della disperazione, uno scenario politico segnato da una devastante confusione, da una forte caduta di valori e infine da una diffusa rabbia sociale – derivante da una pesante incertezza del futuro – che spesso si traduce in atti e linguaggi di preoccupante violenza".

"Il 25 aprile - si sottolinea - cade, quindi, a dettare un sentiero di profonda inversione di rotta e solida ricostruzione: diritti, partecipazione. Il sentiero della Costituzione - ancor’oggi disapplicata e ignorata quando non avversata - unica garanzia di un Paese libero, civile e cosciente, un Paese, è il caso di dirlo e sottolinearlo, normale".

"La festa della Liberazione - si spiega - cade a liberarci dalla tentazione di tirarsi fuori, affidare il timone delle scelte e della guida pubblica alla casualità; a liberare il futuro da interessi personali e tentativi di riedizioni di pratiche e culture politiche che hanno mortificato, diviso e gettato nella disgregazione l’Italia. E’ soprattutto un monito contro ogni forma di degenerazione morale e politica e contro ogni rischio di populismo e autoritarismo".

"L’Italia ha bisogno di un governo democratico e stabile, di un Parlamento che funzioni nella serietà e nella trasparenza, di una politica “buona”, di organi di garanzia che fondino la loro autorevolezza sul richiamo ai valori della Costituzione nata dalla Resistenza".

"Il 25 aprile - si ricorda - è un grande richiamo alle cittadine e ai cittadini a tornare ad incontrarsi, riflettere insieme: in una parola a partecipare e ridare ossigeno a una democrazia sempre più calpestata. E un monito a chi ha il dovere costituzionale di amministrare e di garantire diritti: non sono più tollerabili condotte che non siano trasparenti e responsabili; non è più sostenibile una situazione di disuguaglianza, di incertezza e di precarietà".

"Auspichiamo - conclude l'appello dell'Anpi - una Festa grande, celebrata in tutti i Comuni, un’infinita Piazza che rimetta in moto la speranza e ridisegni il volto del Paese nel solco delle sue radici autentiche: antifascismo e Resistenza. L’ANPI sarà in campo, e lavorerà a fianco delle cittadine e dei cittadini, per compiere questo decisivo percorso, con passione e rinnovata energia: l’ANPI è la forza dei suoi giovani, della sua nuova stagione per la democrazia. Una stagione di piena e straordinaria Liberazione".

Dal sito nazionale ANPI