Giovedì 29 Novembre 2012 all'Assemblea Generale delle nazioni Unite, l'ANP
(Autorità Nazionale Palestinese) ha ottenuto il riconoscimento di Stato non membro
dell'ONU. Quella raggiunta dalla Palestina è una condizione di osservatore che dà
all'Autorità legittimità internazionale. L'Europa però si è dimostrata di nuovo
spaccata, con Germania e Inghilterra che si sono astenute. La decisione presa da 138
Paesi è forse l'ultima opportunità per dare vita al progetto di due stati indipendenti,
ognuno con un proprio territorio non frammentato.
Preoccupante è quanto successo nei giorni scorsi con il conflitto Hamas-Israele e i
bombardamenti indiscriminati su Gaza che hanno provocato numerosissime vittime
tra la popolazione civile. Una delle chiavi di lettura è che l'offensiva israeliana sia
servita come prova generale per un eventuale scontro con l'Iran.
La gravissima crisi economico-sociale che travaglia il nostro Paese e l'Europa fa
sentire pesantemente i suoi effetti. Cresce la disoccupazione che ad ottobre riguarda
quasi tre milioni di persone (centomila in più rispetto a settembre). Le note più
drammatiche riguardano le donne e i giovani tra i 15 e i 24 anni (il 36,5% della forza
lavoro complessiva). Questi dati si inseriscono in una situazione già grave (un
lavoratore su tre è precario o irregolare) e in un mondo del lavoro estremamente
frammentato e frastagliato. La legge Fornero n. 92 del luglio 2012 ha ulteriormente
aggravato le cose: mentre ha reso più difficile l'utilizzo dei contratti temporanei, non
li ha trasformati in contratti a tempo indeterminato. Il risultato è che questa tipologia
di contrattazione temporanea è diminuita del 20%.
Se il lavoro non riconquista il centro della società, l'Italia e l'Europa non riusciranno
più a progredire.
Uno dei padri dell'Unione Europea Jacques Delors ha recentemente esternato la
propria preoccupazione: “In questo momento ci sono popolazioni che soffrono; i
leaders europei sono chiamati a dare un segnale fondamentale. Bisogna dare speranza
e far vedere a tutti che l'Europa è pronta a reagire, a finanziare il rilancio”.
Ciò non significa che i singoli governi non abbiano strumenti per agire, significa però
che gli effetti di quegli strumenti sono limitati se manca una azione concertata
dell'Unione Europea.
L'azione del governo Monti che avrebbe dovuto trovare un delicato equilibrio tra
rigore ed equità, si è concentrata sul rigore e non sull'equità, colpendo duramente
lavoratori e pensionati. La recente sortita di Monti che ha affermato che la sanità
pubblica di cui andiamo fieri, potrebbe non essere garantita, se non si individueranno
nuove modalità di finanziamento per servizi e prestazioni, ha suscitato la ferma
reazione di sindacati e forze politiche.
Ma la responsabilità di questa grave situazione non può essere attribuita soltanto al
governo. Notevoli sono le colpe della borghesia imprenditoriale. Da circa trent'anni
l'imprenditoria italiana ha cessato di espandersi. La base occupazionale si è ristretta.
La manifattura ha ceduto il campo alla finanza. Le grandi imprese si sono sfilate in
gran parte dal mercato nazionale, si sono delocalizzate, le medie hanno dismesso una
parte della loro attività, le piccole non sono cresciute. Soprattutto l'imprenditorialità
italiana non ha saputo ideare nuovi prodotti.
La grave crisi recessiva che investe l'Europa si intreccia pericolosamente con il
rifiorire di movimenti neofascisti, neonazisti e populisti nel nostro continente.
Alcuni giorni fa in Ungheria, un esponente del Partito neonazista Jobbik ha affermato
in Parlamento: “E' ora di censire gli ebrei viventi nel nostro paese, facciamo liste
almeno di quelli che lavorano nel governo e per il parlamento, sono un rischio
potenziale per la sicurezza della nazione”. La cosa più vergognosa è che nessun
parlamentare ungherese ha reagito e che l'Unione europea che rimprovera i greci
spendaccioni, non lo fa con i neonazisti di Jobbik, né con il presidente del Consiglio
Orbàn che parla del comunismo come “unica macchia nera”, ma tace sull'attivissima
partecipazione magiara alla Shoah.
Anche in Italia si stanno sviluppando pericolosi movimenti neofascisti e neonazisti
(Alba dorata presenterà una lista per entrare in regione Lombardia) che indicano che
la nostalgia per il fascismo non è mai stata sradicata.
L'ANPI Provinciale di Milano ha duramente condannato il gravissimo episodio
dell'accoltellamento del militante di un centro sociale milanese, avvenuto il 2
dicembre 2012, ad opera di un gruppo di naziskin. Abbiamo lanciato un forte appello
alle istituzioni, alle Forze preposte alla difesa dell'Ordine pubblico, ai partiti,
all'associazionismo, per un loro impegno perchè queste provocazioni non si ripetano
più a Milano, città medaglia d'Oro della Resistenza. Ma abbiamo anche messo in
guardia dal rispondere con la violenza e colpo su colpo alle provocazioni neofastiste.
Anche se i risultati elettorali dell'estrema destra in Italia sono quasi inconsistenti,
questi movimenti (Forza Nuova, Casa Pound) non sono da sottovalutare perchè
intervengono nella crisi, puntando a raccogliere consensi tra gli strati sociali più
colpiti. Nei loro programmi compare un attacco ai poteri forti, alle banche, alla
finanza mondiale, seguito da parole d'ordine anticapitalistiche e antisistema che si
richiamano al primo fascismo sansepolcrista. In questo quadro è stata anche assunta
la difesa dello stato sociale, reinterpretato però in senso razzista, volto alla sola tutela
degli italiani.
Di fronte ad una caduta sempre più preoccupante dell'etica pubblica, al dilagare di
fenomeni di corruzione, sino alla scoperta di infiltrazioni mafiose nella pubblica
amministrazione, fenomeni che sono all'origine del preoccupante aumento
dell'astensionismo e di una perdita di fiducia forse irreversibile dei cittadini nei
confronti delle forze politiche e delle istituzioni, è da considerarsi positivamente la
partecipazione di una parte dell'elettorato alle primarie del cenro-sinistra.
Ma a questo proposito vorrei richiamare le Sezioni dell'ANPI a un problema serio:
l'ANPI nella fase delle primarie non ha mai dato e non può dare alcuna indicazione di
voto, né tantomeno fare appelli alla partecipazione (come è successo in una sezione
della città) o organizzare presentazioni di candidati. Soltanto nel corso della
campagna elettorale vera e propria l'ANPI dà indicazione di votare per quelle forze
politiche e per chi si richiama ai valori dell'antifascismo, della Resistenza e della
Costituzione.
In questi giorni l'ANPI nazionale ha giustamente richiamato i Comitati Provinciali al
controllo sui siti facebook delle Sezioni, sui quali compare di tutto e si manifestano
posizioni che si diversificano profondamente dalla linea tracciata dall'ANPI.