venerdì 29 aprile 2011

L’ ANPI a fianco della CGIL e dei lavoratori in sciopero il 6 maggio

"L’ ANPI è a fianco della CGIL e dei lavoratori in sciopero il 6 maggio prossimo, condividendone preoccupazioni, contenuti e finalità". Inizia così un comunicato del Comitato nazionale dell'Anpi che spiega: "E’ a rischio il diritto che fonda la nostra identità repubblicana: il
lavoro, oggi minacciato, vilipeso e privato di dignità; sono a rischio diritti fondamentali, garantiti, in linea di principio, dalla Costituzione".

"L’ANPI -conclude la presa di posizione - invita dunque tutti i suoi iscritti, gli antifascisti e i democratici a manifestare ai lavoratori in lotta la loro solidarietà e il loro sostegno".

mercoledì 27 aprile 2011

Con chi sogna un'Italia più libera - da www.anpi.it

Questo il testo dell'intervento del presidente nazionale dell'Anpi, Carlo Smuraglia, in piazza Duomo a Milano, a conclusione della manifestazione centrale per la celebrazione della Liberazione.

All'estero parlano spesso dell'Italia come di un Paese poco serio. Ed a forza di assistere a scandali, episodi di malcostume, rifiuto di regole, hanno finito per fare una grande confusione, al termine della quale siamo tutti considerati colpevoli, quanto meno di sopportare e tollerare una situazione così degradata.
Non è così. C'è un'altra Italia, quella della Resistenza e della Costituzione.
Eccola qui, in questa piazza e in tante piazze d'Italia, eccola qui l'Italia che lavora, l'Italia che subisce la crisi,l'Italia che ricorda i Caduti per la libertà e ne vuole portare avanti il messaggio, l'Italia pulita, democratica, antifascista.
Questa Italia che vuole festeggiare il 25 aprile non come festa di parte, ma come festa di tutti; perchè un Paese che non ricordasse i caduti per la libertà e lasciasse nell'oblio le pagine più belle della sua storia, sarebbe un Paese destinato alla rovina. Noi, invece, continuiamo a sognare un Paese democratico, civile, unito, in cui libertà e uguaglianza trionfino e vengano non solo riconosciuti, ma attuati e resi effettivi i diritti proclamati dalla Costituzione.
Certo, non è un momento facile, per il nostro Paese. Siamo caduti in una crisi che ormai non è solo economico-sociale, ma è crisi della politica, crisi dei valori,talora crisi delle stesse istituzioni. Stiamo vivendo momenti che mal si addicono al concetto di democrazia: la democrazia è la volontà e l'interesse di tutti e la ricerca del bene comune; noi ci troviamo invece al sacrificio di tanti diritti, nell'interesse di pochi.
Troppo spesso, le regole vengono considerate un fastidio; alle istituzioni di garanzia (Magistratura, Corte costituzionale, Presidente della Repubblica) si dedicano violenti attacchi, ormai quotidiani. Il Parlamento finisce per lavorare, anziché sui problemi determinati da una crisi economica e sociale gravissima, su questioni che non appaiono finalizzate al bene comune.
Manifestazioni di razzismo diventano sempre più frequenti in forme palesi, ma anche in forme subdole e talvolta perfino inconsapevoli.
Tutto questo preoccupa e molto e deve indurre non solo a serie riflessioni, ma ad un impegno rinnovato. Perchè è indubbio che tutto questo non si potrebbe verificare se non vi fossero l'indifferenza, la rassegnazione, la sottovalutazione di tanti cittadini.
E' dunque questo il primo nemico da combattere, perché o ci si accorge della deriva e si fa quanto è necessario per contrastarla, oppure si rischia di arrivare  ad una situazione in cui ormai è troppo tardi.
Il partigiano Hessel, in Francia, ha sollecitato e sollecita l'indignazione. Ed è giusto. Ma con la consapevolezza che essa non basta e che occorre anche attivarsi ed impegnarsi, insomma partecipare, far sentire la propria voce, per costruire un futuro migliore.
Ecco perché  abbiamo cercato di togliere a questo 25 aprile ogni  ritualità, pur senza rinunciare alla festa, né alla memoria, per farne anche un momento di riflessione e di impegno.
Prima di tutto la memoria. Cosa sarebbe questo Paese senza quei 100.000 caduti per la libertà, senza gli antifascisti, i partigiani, i patrioti, i militari,  senza gli scioperi del'43 e del '44 e senza quell'esercito di volontari e di combattenti improvvisati che decise di scendere in campo, a rischio della vita contro un nemico agguerrito e feroce? Cosa sarebbe questo Paese senza la Costituzione, costruita per durare e regolare la nostra convivenza civile? Cosa sarebbe questa Italia, nata faticosamente nel 1861, ma nella quale non erano state ancora affrontate seriamente alcune questioni di fondo, come la questione meridionale, la questione sociale, la questione della laicità dello Stato se - in un rapporto ideale col Risorgimento - non ci fosse stata la Resistenza, che operò il miracolo di mantenere unito un Paese che la guerra aveva spezzato in due, avviandola verso la Repubblica e verso la democrazia?
Dunque, dobbiamo ricordare tutto questo, contro i negazionismi e i revisionismi che finora hanno trovato troppo spazio, anche per nostra responsabilità; dobbiamo ricordare le vite spezzate e tanti sogni troncati; dobbiamo far conoscere che cosa è stato davvero il fascismo e non solo per le leggi razziali, ma per la negazione della libertà, per le persecuzioni degli antifascisti, per l'aiuto dato ai tedeschi per le deportazioni, per la partecipazione in proprio a momenti terribili di massacri e di fucilazioni. Ma dobbiamo ricordare anche le speranze dei caduti per la libertà. E qui bisogna essere chiari: non basta ricordarli, quei sogni, quelle attese, quelle speranze; bisogna portarle avanti ed operare perché siano condotte a compimento e finalmente realizzate. Altrimenti, resterebbe sulla nostra coscienza il peso di un vero e proprio tradimento.
Ma poi, bisogna difendere la Costituzione, chiarendo con fermezza che difendere non significa conservare, ma significa valorizzarne lo spirito ed attuarne i contenuti. Dalle voci di quelli che hanno parlato oggi da questo palco, avete sentito quanto divario c'è fra i princìpi della Costituzione e la loro traduzione nella realtà. Quando proclamavano il lavoro come fondamento della Repubblica, quando affermavano il diritto al lavoro, alla salute, all'informazione, alla scuola, alla cultura, i Costituenti non pensavano a formule retoriche ed astratte da scrivere sui frontoni dei palazzi, ma volevano che essi si trasformassero in realtà, che l'uguaglianza diventasse effettiva, insomma che non ci fossero discriminazioni, disoccupazione, precariato, morti sul lavoro. E quando, con una parola molto forte, ripudiavano la guerra, non pensavano certamente a soluzioni ambigue, ma coglievano anche una fortissima aspirazione alla pace nel mondo. E' questa volontà che dobbiamo rispettare e rendere operante, con un impegno che non si esaurisca nella pur doverosa celebrazione del 25 aprile, ma diventi quotidiano, investa tutta la nostra vita e il nostro operare, sia il faro delle nostre azioni e dei nostri comportamenti; e sia anche la vera guida della vita di tutte le istituzioni.
Abbiamo colto, in questi ultimi mesi, chiari segnali di risveglio delle coscienze, di una preoccupazione  più diffusa, di una volontà di reagire e di partecipare più ferma.
Ne siamo felici, ma bisogna andare ancora oltre, cercando i punti ed i momenti di coagulo fra le varie iniziative, auspicando la costruzione di una grande alleanza fra tutti coloro che provano sentimenti democratici, al di là delle singole idee, per tornare a far vivere quell'anelito di libertà  e quell'aspirazione permeata di eticità, alla costruzione di una società più giusta ed eguale, che contrassegnò le pagine meravigliose della Resistenza. E' anche per questo che concludiamo la festa della Liberazione con un appuntamento importante per il 2 giugno,che l'anno scorso abbiamo trasformato in festa non solo della Repubblica ma anche della Costituzione e che quest'anno deve essere ancora più partecipata, più grande, più forte, per tutte le ragioni già esposte.
Non posso concludere, però, senza ricordare che fra le parole di oggi, oltre a Resistenza, Costituzione, Unità d'Italia,abbiamo voluto inserire l'antifascimo. E' un richiamo importante, non solo perché sono aumentati, particolarmente a Milano, ma un po’ dovunque, in Italia, i rigurgiti più o meno nostalgici di nazifascismo, ma anche perché ci sono state iniziative provocatorie come il progetto di dedicare una targa a Luisa Ferida o come quella di un convegno di tipo fascista, da cui sono usciti simboli e vessilli esecrabili, come quello della X Mas; ed infine, la incredibile proposta di due parlamentari di abrogare la XII disposizione transitoria della Costituzione, che vieta la ricostituzione in qualsiasi forma del partito fascista. E' inutile che ci dicano che si tratta di proposte ed iniziative individuali: in ogni caso è certo che senza un clima di tolleranza e talora di connivenza e protezione,esse sarebbero addirittura impensabili. E' quel clima, è quel complesso di attacchi alla Resistenza ed alla Costituzione che favorisce e addirittura induce ad uscire allo scoperto i fascisti di sempre. Perché deve essere ben chiaro, che noi non ci riferiamo soltanto al fascismo in camicia nera, ma a tutto ciò che sa di limitazione della libertà, di contestazione dei princìpi di fondo della nostra Costituzione, di disprezzo delle regole. Non importano le definizioni e classificazioni. Ciò che conta è tenere sempre presente la storia e ricordarci che essa ci insegna che i pericoli per la democrazia possono assumere aspetti multiformi e non debbono mai essere sottovalutati. Quando si osa perfino proporre di modificare l'art.1 della Costituzione, vuol dire che siamo già oltre il limite della tollerabilità ed è indispensabile reagire con forza e con fermezza.
Abbiamo combattuto contro tedeschi e fascisti perché volevamo la libertà e la democrazia; dobbiamo continuare ad impegnarci contro tutto ciò che può mettere in discussione ciò che abbiamo conquistato a prezzo di tanti sacrifici. La mia speranza è che si aggiungano a noi, che veniamo da quella esperienza, tanti altri cittadini, e soprattutto i giovani, che contribuiscano anche a trovare forme nuove di impegno, contro ogni deriva ed ogni forma di degrado. Ha colto benissimo questa realtà e questa esigenza il Presidente Ciampi quando si è rivolto” in questa Italia smarrita”, come lui la definisce, al mondo degli adulti e prima di tutto a coloro che hanno responsabilità istituzionali, perché si impegnino a dare una scossa positiva al Paese, aggiungendo però che” ai giovani va chiesto di non lasciar soli gli adulti,nell'impresa di delineare il futuro che vorremmo per l'Italia”.
A loro, ai giovani, voglio dunque dedicare questa splendida giornata, perché ci aiutino a completare quell'opera grandiosa che è stata la Resistenza ed è stata l'Unità d'Italia, consolidando la speranza, anzi realizzando la certezza di un futuro migliore.

TREZZO SULL’ADDA 25 APRILE 2011

Quest’anno l’anniversario della Liberazione, e la manifestazione del 25 aprile, assumono un rilievo particolare data la felice concomitanza con i festeggiamenti per il 150° anniversario dell’Unità d’Italia. Risorgimento e Resistenza sono episodi fondamentali per il nostro paese antico per storia ma dalla giovane, e talvolta malferma, democrazia.
Tale affermazione deriva dalla constatazione che i valori della Resistenza e della Costituzione, vengono sempre di più messi in discussione ed esposti a concreti pericoli. Gli insulti alla Magistratura, alla Corte Costituzionale, l’insofferenza verso il Presidente della Repubblica, la proposta di abrogazione della XII disposizione transitoria, così come il progetto di riforma, nientemeno, dall’art. 1 alla Costituzione non possono lasciarci indifferenti e richiedono un forte impegno di tutti a difesa dei valori su cui si fonda la nostra Repubblica democratica.
Politici che hanno comportamenti contrari a quella sobrietà, sancita dall’art. 54 della Costituzione,  richiesta dagli incarichi ricoperti.
Il mondo del lavoro subisce attacchi a diritti conquistati in anni di lotte e garantiti costituzionalmente. L’annosa questione della sicurezza sul lavoro e la preoccupante situazione della disoccupazione e della precarietà,  giovanile e non solo,  che, toccando percentuali altissime, mettono a repentaglio il futuro del Paese.
L’offesa ai diritti e alla dignità delle donne, degli omosessuali, dei migranti.
La scuola pubblica colpita, oltre che da tagli alle risorse e al personale che ne minano la sua più classica funzione, con attacchi che la accusano di propagare ideologie di parte, attraverso insegnanti e libri, che vengono messi all’indice. Azioni, queste ultime, aberranti e non degne di una democrazia.
Tagli alle risorse per la cultura, la ricerca i beni artistici ed architettonici, che indeboliscono settori fondamentali per qualsiasi paese, a maggior ragione per uno come il nostro, che ha, in questi beni, un’importante fonte  della propria ricchezza non solo materiale.
Non ben definiti progetti di riforma della forma statuale, con non chiare ricadute sulla coesione sociale e la solidarietà, necessarie per continuare ad essere un paese unito.
Parole in libertà sull’adesione o meno all’Unione Europea, della quale siamo uno dei paesi fondatori.
Tutto ciò suscita preoccupazioni serie nei cittadini che  ritengono i valori costituzionali, destinati a durare nel tempo e a costruire la convivenza civile nel nostro paese.
Dobbiamo assumere l’impegno solenne a realizzare gli ideali per cui tanti sacrifici sono stati compiuti ed a tradurre, nella realtà, i principi fondamentali della nostra Costituzione affinché diventi sempre più condivisa.
Per  fare ciò è necessario un maggior impegno nella vita di tutti i giorni, nello svolgimento delle singole funzioni della vita democratica, ma anche nei grandi momenti della vita del nostro Paese.
Il 25 aprile, Festa della Liberazione, è l’occasione per levare alto un grido di ripulsa e di protesta, e al tempo stesso di impegno. Da tutte le piazze d’Italia emerga con chiarezza la forza della democrazia e la volontà popolare di salvaguardarla, proprio nel momento in cui ricordiamo i tanti caduti per la Libertà, che certo non sognavano un Paese come questo.

Viva la Resistenza, viva la Costituzione, viva l’Italia.

Intervento dell'ANPI sez. di Trezzo sull'Adda - Il Presidente

giovedì 21 aprile 2011

Smuraglia: "Si sveglino le coscienze"

"Ci avevano abituati (ma non rassegnati) al continuo disprezzo delle regole ed era già grave. Ma ora si sta passando (e forse si è già passato) ogni limite". Inizia così una dichiarazione del presidente nazionale dell'ANPI, Carlo Smuraglia raccogliendo un appello lanciato da Articolo 21 e Libertà e Giustizia.

"I continui attacchi - aggiunge Smuraglia - alla Costituzione ed alle Istituzioni di garanzia, che provengano dall’alto o si presentino come iniziative individuali (alle quali, peraltro, molti non credono) non solo creano un clima sempre più deteriore, ma fanno precipitare il sistema di regole fondamentali garantite dalla Costituzione verso una pericolosa deriva. Le più recenti manifestazioni (gli insulti alla Magistratura ed alla Corte Costituzionale, l’insofferenza verso il Presidente della Repubblica, la proposta di abrogazione della XII disposizione transitoria, così come il progetto di riforma, nientemeno, dall’art. 1 alla Costituzione) non possono essere più tollerate e richiedono una compatta manifestazione di resistenza, un grande sussulto di orgoglio, un forte impegno di tutti a difesa dei valori cui si fonda la nostra Repubblica democratica".

"Si sveglino le coscienze inquiete. Bando ad ogni rassegnazione. Si facciano sentire le voci di quanti, in silenzio, trovano insopportabile una situazione del genere. Si faccia, insomma, sentire, con forza una volontà popolare unitaria di rigetto di questo pericoloso tentativo di spingerci verso soluzioni autoritarie e populiste. A tutti chiediamo un maggior impegno nella vita di tutti i giorni, nello svolgimento delle singole funzioni della vita democratica, ma anche nei grandi momenti della vita del nostro Paese".

"Il 25 aprile, Festa della Liberazione, è l’occasione - conclude il presidente dell'Anpi - per levare alto un grido di ripulsa e di protesta, e al tempo stesso di impegno. Da tutte le piazze d’Italia emerga con chiarezza la forza della democrazia e la volontà popolare di salvaguardarla, proprio nel momento in cui ricordiamo i tanti caduti per la Libertà, che certo non sognavano un Paese come questo". 

 (Il testo è pubblicato anche sul sito di Articolo 21:

domenica 17 aprile 2011

È Carlo Smuraglia il nuovo Presidente Nazionale ANPI



Sabato 16 Aprile il Comitato Nazionale dell'ANPI, riunitosi a Roma, ha eletto come nuovo Presidente nazionale dell'associazione Carlo Smuraglia, 88 anni, già partigiano combattente, avvocato, senatore e docente di diritto del lavoro.

Prende il posto di Raimondo Ricci, che è stato indicato dal Comitato Nazionale come futuro Presidente del Comitato d'Onore ANPI.

Assumono la carica di Vicepresidente Nazionale: Armando Cossutta, Luciano Guerzoni, Giovanna Stanka Hrovatin, Lino "William" Michelini, Carla Nespolo, Marisa Ombra, Alessandro Pollio Salimbeni e Massimo Rendina.

giovedì 14 aprile 2011

SCRITTE CONTRO LA RESISTENZA E I PARTIGIANI SUI MURI DELLO STADIO DELLA TRITIUM A TREZZO SULL'ADDA

L'ANPI di Trezzo sull'Adda condanna fermamente le offese ai partigiani e alla lotta di Resistenza contro il nazifascismo, radice della nostra Repubblica e della Costituzione, compiute nel più classico stile fascista.
L'ANPI di Trezzo sull'Adda si batterà sempre contro una visione del confronto politico che si abbassa ad essere semplice "tifoseria",  senza costrutto e rispetto dell'avversario, improntando la propria azione e la propria politica affinchè la Costituzione,  diventi sempre più terreno di condivisione e non di scontro.