lunedì 28 maggio 2012

Relazione di Roberto Cenati all’Assemblea Presidenti di sezione Milano 26 maggio 2012


Stiamo entrando in un quadro  complesso e difficile, anche se non privo di alcune novità importanti. Anzitutto, la Francia. Ha vinto il socialista Hollande, seguace di Jacques Delors, il grande europeista.

Nei propositi del neo Presidente si intravede la Francia che l’ha votato. Non è stata quella ansiosa di ristabilire le frontiere, spesso sospettosa verso l’Europa colpevole di ridimensionare il concetto di nazione e, nelle sue punte estreme, venata da una xenofobia che Sarkozy, per recuperare i voti del Fronte Nazionale di Marine Le Pen (19% dei consensi), non ha approvato, ma ha accarezzato.

A parte la soddisfazione dei democratici di tutta Europa per il risultato delle elezioni in Francia, e per il successo dei socialdemocratici in Westfalia,  resta il fatto che le cose possono cambiare a livello europeo e qualche correzione può essere apportata agli indirizzi di un liberismo senza regole e di un rigore troppo rigido, non accompagnato da crescita e sviluppo.

A livello europeo, si aprono, dunque, orizzonti nuovi e non si può che prenderne atto, con soddisfazione e speranza.

Delicata, invece, la situazione della Grecia. Nel voto del 6 maggio che ha anche visto la preoccupante avanzata di Alba Dorata, il partito neonazista greco (7% dei voti e 21 seggi in Parlamento), la maggioranza del Paese ha rigettato la medicina dell’austerità che la Grecia sta ingerendo da due anni, senza alcun successo, ma anzi precipitandolo in una recessione funesta per la stessa democrazia:  una recessione che ricorda Weimar con pericoli di derive autoritarie all’orizzonte.

George Papandreu, dopo le dimissioni da primo ministro, sosteneva che solo europeizzando la crisi greca si sarebbe trovata la soluzione. Ma le sue parole caddero nel vuoto. Se la Grecia dovesse uscire dall’Europa sarebbe un fallimento per tutti, con gravissime ripercussioni sulle economie dei Paesi vicini: Spagna, Portogallo innanzitutto.  Vorrebbe dire che non siamo stati capaci di sormontare la prima esemplare rovina dei vecchi stati nazione e che non abbiamo fatto della Grecia un caso europeo. Vorrebbe dire che l’Europa non ha visto il nesso tra crisi dell’economia, della democrazia, della politica.

Lo stesso G8 appena terminato ha indicato la strada: l’Europa deve decidere non soltanto le politiche necessarie per riavviare e rilanciare la domanda e lo sviluppo come hanno chiesto sia Hollande che Obama, ma deve soprattutto accordarsi sul futuro dell’Unione. Tentazioni autoritarie stanno inoltre emergendo in vari punti del continente. Non possono essere ignorate e vanno combattute. Così pure l’indifferenza e il populismo che rafforza quelle tentazioni. A queste pulsioni bisogna contrapporre la responsabilità democratica, il rinnovamento riformatore. L’obiettivo è quello di costruire un’Europa democratica, politicamente ma anche socialmente unita, come abbiamo dichiarato nell’appello del 25 Aprile scorso. 

Il quadro politico in Italia

Venendo all’Italia il dato che emerge dalle elezioni amministrative è costituito dal mutamento strutturale del rapporto di forza tra i due poli, con il crollo del centro destra e della Lega. Fino a ieri, tra i comuni con più di 15 mila abitanti, il centrodestra ne amministrava 98, il centrosinistra 56. da oggi è l’opposto: il centrosinistra governa 95 città, il centrodestra solo 34. E’ il caso di Genova, Alessandria, Como, Piacenza, Lucca, L’Aquila, Palermo, Brindisi, Taranto. Nella nostra regione cadono le roccaforti del centrodestra a Monza, Como, Legnano, Lissone. Il centro-sinistra si conferma a Sesto San Giovanni e vince a Buccinasco, Abbiategrasso, Magenta, San Donato, Senago.

Clamoroso il successo dei movimenti che raccolgono la protesta, con pericolose caratterizzazioni antipolitiche e qualunquistiche, ma che non sanno indicare precisi e concreti sbocchi. E’ il caso del Movimento Cinque Stelle che ottiene il primo sindaco d’Italia a Parma. Altro dato da rilevare. A differenza di Grecia e Francia non c’è in Italia un partito di estrema destra in grado di catturare consensi consistenti e di affermarsi in modo significativo. Ma il dato forse più preoccupante è costituito dall’astensionismo. E’ questo un fenomeno estremamente grave, che può avere ripercussioni pericolose per la stessa tenuta democratica nel nostro Paese. E’ più che mai indispensabile che il baratro sempre più profondo che si è aperto tra cittadini – istituzioni - politica venga rapidamente colmato.

Compito di un’Associazione come la nostra è quello di rilanciare in una società che sta attraversando una profonda crisi etica il richiamo alla Costituzione repubblicana, ai valori della Resistenza e dell’ antifascismo che Vittorio Foa considerava come l’affermazione di una politica dotata di principi, restituendo all’impegno politico tensione ideale, progettualità e proiezione verso l’avvenire. Questi richiami sono troppo spesso assenti nel dibattito politico attuale. Basti pensare che nella terminologia ricorrente sono completamente scomparsi termini importanti  “come progresso materiale e spirituale della società”  ribaditi nella stessa Costituzione repubblicana, che attende ancora di essere attuata.

Il ruolo dell’ANPI che non può essere quello di partito politico, ma di coscienza critica della società, deve andare  nella direzione di richiamare la dimensione etica della politica che va posta al servizio del bene comune e non di interessi di parte, come ci ha insegnato l’intera vicenda resistenziale.

Enrico Berlinguer in un’intervista pubblicata su “la Repubblica” il 28 luglio del 1981, undici anni prima dell’inizio di Tangentopoli avvertiva già i pericoli incombenti sulla nostra democrazia e sosteneva : “I partiti non fanno più politica. Hanno degenerato e questa è l’origine dei mali d’Italia. Gestiscono interessi, i più disparati, i più contraddittori, senza alcun rapporto con le esigenze e i bisogni umani, oppure distorcendoli senza perseguire il bene comune. La loro stessa struttura organizzativa si è ormai conformata su questo modello: non sono più organizzazioni che promuovono la maturazione civile e l’iniziativa del popolo, ma piuttosto federazioni di correnti. La questione morale non si esaurisce nel fatto che, essendovi dei ladri, dei corrotti,  bisogna scovarli e denunciarli. La questione morale nell’Italia di oggi fa tutt’uno con l’occupazione dello Stato da parte dei partiti, fa tutt’uno con la guerra per bande, fa tutt’uno con la concezione della politica. Ecco perché la questione morale è il centro del problema italiano ed ecco perché i partiti possono provare ad essere forze di serio rinnovamento politico soltanto se affronteranno in pieno la questione morale andando alle sue cause politiche”.

I rischi eversivi


In questa delicata fase di grave crisi del Paese occorre anche aumentare la nostra vigilanza ed attenzione, a fronte di altri gravi fenomeni che si stanno verificando.

Ci riferiamo al sanguinoso attentato avvenuto Sabato 19 Maggio 2012 a Brindisi all’entrata della Scuola Morvillo Falcone che ha provocato la morte di una ragazza di 16 anni e il ferimento di altre dieci. E’ la prima volta che viene colpita e violata una scuola nel nostro Paese, con l’obiettivo di creare paura in un luogo considerato da tutti sacro e inviolabile. Quello di Brindisi è un attentato odioso, non soltanto perché si prefiggeva di compiere una strage di giovanissimi studenti, ma perché rappresenta  un attacco violento alla cultura, strumento indispensabile per combattere la barbarie. E’ nella scuola infatti che si formano le coscienze dei giovani, ai quali vengono forniti quegli strumenti culturali e critici in grado di analizzare e capire la realtà. Antonino Caponnetto, il padre del pool antimafia di Palermo  diceva che i violenti, i mafiosi, i terroristi temono più le scuole che le aule di giustizia. E nei giorni in cui  era prefetto di Palermo, il generale Carlo Alberto Dalla Chiesa impiegava una parte importante del proprio prezioso tempo per recarsi nelle scuole e sensibilizzare i ragazzi sull’importanza di una cultura della legalità da contrapporre a un  fenomeno drammatico come quello della criminalità mafiosa.

Gravissimo è  l’attentato compiuto a Genova il 7 Maggio 2012  nei confronti di Roberto Adinolfi, amministratore delegato dell’Ansaldo Nucleare. L’attentato è stato rivendicato dalla Federazione anarchica informale che preannuncia di voler colpire altre sette volte. La nostra ferma condanna si estende anche ai numerosi atti di violenza e intimidazione contro le sedi di Equitalia. C’è da allarmarsi perchè non vorremmo che incominciasse un'altra stagione di stragi, attentati e di atti terroristici. Una preoccupazione fondata, dunque, che deve metterci all’erta, farci avvertiti dei pericoli e che richiede una ferma risposta unitaria di tutte le forze democratiche per la difesa della legalità.
Manifestazione nazionale a Roma di CGIL-CISL-UIL su Costituzione e lavoro il 2 Giugno 2012

Abbiamo appreso, con piacere, che le grandi Confederazioni hanno ritrovato l’unità e faranno insieme una grande manifestazione il 2 giugno su sviluppo e lavoro, giorno in cui festeggiamo la Repubblica e la Costituzione. Fra l’altro, quest’anno sarà impossibile realizzare la manifestazione unitaria e pluralista degli anni scorsi, a Milano, per la presenza – in quei giorni – nella nostra città, del Pontefice con una serie di manifestazioni e di iniziative che intendiamo rispettare.

Il Comitato milanese 2 giugno per la Costituzione ha inviato una lettera alle Segreterie nazionali di CGIL-CISL-UIL, nella quale ribadisce la volontà, per il prossimo anno, di riproporre la manifestazione a Milano per la festa della Repubblica e della Costituzione, ma questa volta chiedendo anche a CISL e UIL di parteciparvi.

Rendo nota, inoltre, una decisione molto importante della Curia di Milano. Domenica 27 maggio 2012 alle ore 17,00 una corona verrà posta da Monsignor De Scalzi, a nome della Diocesi Milanese, al Monumento del Deportato al Parco Nord. All’iniziativa sono stati invitati il Presidente della Provincia di Milano, i Sindaci di Milano, di Cinisello Balsamo, di Bresso, di Sesto San Giovanni, di Cusano Milanino, di Cormano, l’ANPI e l’ANED.

La difesa del principio della divisione e dell’equilibrio dei poteri

Il 2 Giugno costituirà per noi l’occasione per manifestare, ancora una volta il nostro appassionato legame alla Costituzione italiana, guida e faro sicuro e intangibile della nostra convivenza civile. E ancora una volta ribadiremo il nostro antifascismo, contro ogni tendenza o vocazione populista e autoritaria e contro ogni rigurgito di neofascismo e neonazismo.

Sarà, ancora una volta, l’occasione per ribadire che la Costituzione italiana è fondata sul lavoro e garantisce l’esplicazione di tutti i diritti, civili, politici, sociali ed umani. E’ a questo imperativo categorico che debbono ubbidire i governi del Paese, perché è la Carta costituzionale che costituisce la guida e il punto di riferimento dell’intera vita del nostro Paese.
Dobbiamo comunque essere molto attenti contro i pericoli di modifica della nostra Carta Costituzionale, difendendo il principio della divisione e dell’equilibrio dei tre poteri su cui si fonda la nostra democrazia. E’ di questi giorni la notizia che Berlusconi ha rilanciato la proposta dell’elezione diretta del capo dello Stato (semi-presidenzialismo alla francese), mentre anche Montezemolo che sta lavorando alla costruzione di una nuova formazione politica “Italia Futura”, pensa alla riforma dello Stato e al lancio di una Assemblea Costituente. Ma ancor prima che ciò trapelasse, in un articolo apparso sul “Corriere della Sera” il 18 maggio 2012, dal significativo titolo “La Costituzione non è merce di scambio”, il presidente emerito della Corte Costituzionale Valerio Onida metteva in guardia dalla possibilità che venga approvato, nel silenzio generale, come avvenuto a proposito della modifica in tema di equilibrio del bilancio varata con la legge costituzionale n. 1 del 2012, un progetto di riforma costituzionale, in discussione nella Commissione Affari Costituzionali del Senato,  che metterebbe mano a parti centrali e delicate dell’impianto costituzionale. In particolare nel progetto vengono toccati punti che riguardano anche il rafforzamento dei poteri del governo. La tesi secondo cui il Presidente del Consiglio avrebbe oggi troppo pochi poteri è in realtà non vera. I poteri istituzionali (quelli politici effettivi dipendono da fattori politici) del primo ministro sono tutt’altro che scarsi nel regime parlamentare che ci caratterizza (basti pensare alla questione di fiducia che il Presidente del Consiglio può porre davanti alla Camere). Tali poteri diventerebbero ancor più consistenti se si modificassero le regole sui procedimenti legislativi. C’è invece un provvedimento che questo Parlamento non dovrebbe tardare ad approvare: ed è una diversa legge elettorale. Ma questo non ha a che fare con le modifiche della Costituzione, semmai con una sua migliore attuazione.

Festa Nazionale ANPI a Marzabotto

 “un luogo che parla da sé, un concentrato simbolico fortissimo”.

Il 29 settembre 1944  Marzabotto fu la tragica tappa finale di una «marcia della morte» che era iniziata in Versilia. La strage che assunse simbolicamente il nome di Marzabotto anche se i paesi colpiti furono molti di più, fu compiuta dalle SS del maggiore Walter Reder, cui si erano uniti, in Lunigiana anche elementi delle Brigate nere di Carrara. L'esercito alleato indugiava davanti alla Linea Gotica e il maresciallo Albert Kesserling, per proteggersi dall'«incubo» dei partigiani, aveva ordinato di fare “terra bruciata” alle sue spalle.

Il programma della festa prevede momenti importanti: un dibattito sulle stragi nazifasciste, sulla normalità della Resistenza, sulla legalità e le mafie, sui rigurgiti neofascisti e neonazisti.
L’ANPI Lombardia avrà un proprio stand. L’ANPI di Milano ha organizzato un pullman per Sabato 16 Giugno 2012 e l’ANPI di Sesto un pullman per Domenica 17 Giugno 2012.

Piano di lavoro

Per quanto riguarda il tesseramento abbiamo ad oggi consegnato alle Sezioni di Milano e Provincia  un numero di tessere superiore agli iscritti dello scorso anno: oltre 9.341, contro i 9.319 del 2011;. ma mancano ancora diversi mesi che ci separano dalla chiusura della campagna del tesseramento. Nuove sezioni sono state aperte in città e in Provincia. E’ stata anche costituita sui luoghi di lavoro la Sezione della Telecom.

Recentemente è stato approvato, dopo 68 anni, il regolamento nazionale della nostra Associazione, la cui bozza era stata sottoposta ed approvata, con alcune modifiche, dal Comitato provinciale di Milano.

A giugno dovremo convocare il Comitato Permanente Antifascista per l’organizzazione della manifestazione che ogni anno promuoviamo il 10 agosto, nella ricorrenza dell’eccidio dei 15 Martiri in piazzale Loreto.

Ad ottobre prevediamo l’avvio del corso dedicato alla Resistenza europea e al revisionismo che sarà tenuto dai professori Luigi Ganapini e Luigi Borgomaneri.  


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