lunedì 28 aprile 2014

25 APRILE 1945 - 25 APRILE 2014 69° ANNIVERSARIO DELLA LIBERAZIONE - Discorso del Presidente sezionale ANPI di Trezzo Sull'adda


Un saluto alle cittadine e ai cittadini trezzesi alle autorità civili, militari, religiose, alle associazioni, ai partiti, ai sindacati e liste civiche.
Voglio iniziare ricordando una figura d’uomo importante, non solo per la sezione ANPI che ho l’onore di presiedere, ma per la storia, anche recente, di Trezzo sull’Adda: Alfredo Cortiana nome di battaglia Enzo comandante partigiano del distaccamento di Cinisello Balsamo della 119^ Brigata Garibaldi S.A.P. Quintino Di Vona e molto altro per la nostra cittadina e per la nostra associazione, scomparso lo scorso agosto; ciao Alfredo.

Oggi festeggiamo il 69° anniversario della Liberazione dall’oppressione fascista e nazista e lo facciamo in un momento delicato per l’Europa.
La guerra di Liberazione e il sacrificio di donne e uomini, in Italia come in tutta Europa, ha portato una nuova consapevolezza: mai più guerre nel Vecchio Continente.

Da Ventotene con l’opera dei confinati antifascisti, in particolare quella di Altiero Spinelli, venne l’idea di una Europa nuova delle nazioni e non dei nazionalismi, causa di guerre fratricide, di un luogo di pace, prosperità, progresso e benessere per gli europei e per il mondo intero; oggi vediamo in pericolo tale sogno.

L’avanzare di formazioni politiche populiste, non liberali, conservatrici, autoritarie e, spesso, razziste ci preoccupa fortemente. Queste tendenze, che minerebbero alla base la stessa unione fra gli Stati europei e la sua forza, vanno respinte, perché, se riuscissero a prevalere, non solo produrrebbero la disgregazione dell’Europa, ma farebbero rinascere, in vari Paesi, pericolose forme di nazionalismo. Oltre che per porre argine a tale pericolo, il voto sarà l’occasione per cambiare l’Europa, dando alle sue istituzioni un volto nuovo, davvero unitario ed efficace e un indirizzo sociale diverso da quello fin qui attuato per porre un freno alla crisi imperante.

 In una fase così delicata e complessa della vita del nostro Paese e dell’Europa sarebbe davvero assurdo rinunciare all’esercizio di un diritto fondamentale, in cui si esprime la sovranità popolare.

Si impone una svolta nella politica, che deve essere forte, per una Europa unitaria, sociale, senza rigorismi inutili e dannosi e proiettata, anziché alla semplice difesa contro la crisi, al rilancio, allo sviluppo, all’incoraggiamento della crescita ed alla creazione di nuovi posti di lavoro, e di lavoro dignitoso,  rimettendolo al centro come elemento fondamentale per lo sviluppo della persona, di  cittadine e cittadini, abitanti di una Unione Europea che sia promotrice, come era nelle intenzioni del Manifesto di Ventotene e dei sottoscrittori dei Trattati di Roma del 1957,  di innovazione sul piano politico, sociale ed economico fautrice di un progresso nuovo volto al benessere comune di tutti gli europei e non solo. Serve una Europa così descritta in un mondo attraversato da venti di guerra e colpito da violente spinte discriminatorie, nel quale prosperano ed aumentano le disuguaglianze, le privazioni di libertà, la perdita della dignità umana.

Come ANPI auspichiamo che  le votazioni europee si svolgano all’insegna dell’antifascismo e della democrazia ottenuta attraverso la Resistenza, di tutti gli europei,  al nazifascismo; e per questo fine devono impegnarsi non solo i partiti ma anche i cittadini che aspirano ad un futuro civile, sociale, democratico e di pace.
Dobbiamo difendere, in questa difficile fase, il sacrificio di coloro, che quasi settanta anni fa, si batterono anche perché non ci fossero più guerre e perché si guardasse al futuro con rinnovata speranza.
Come ANPI auspichiamo che le forze politiche, alle prossime elezioni amministrative italiane del 25 maggio 2014, si ispirino ai principi nati dalla Resistenza e presenti nella nostra Costituzione: antifascismo, democrazia, attenzione al bene comune e rappresentazione di tutte le proposte in campo.
Prima di concludere mi preme ricordare un altro anniversario importante. Un anniversario che parla anch’esso di sacrificio per la libertà e per la dignità del nostro Paese: il 200°  anno dalla fondazione dell’Arma dei Carabinieri.
Voglio ricordare alcuni episodi e fatti:
Nella Repubblica Sociale Italiana. Rapporti della Guardia Nazionale Repubblicana:
“I Carabinieri Reali, pur rispettando formalmente ordini e gerarchie, avevano un atteggiamento che variava dall'indifferenza e dalla resistenza passiva all'aperta opposizione al regime nazifascista. I rapporti dell'epoca stilati dai rivali della Guardia Nazionale Repubblicana erano quanto mai espliciti in merito. «II contegno dei Carabinieri, fazioso ed anti Asse ... è sfociato addirittura in opera di sabotaggio» (Milano).«I comandi Carabinieri rifiutano di arrestare i prigionieri evasi, aggiungendo che i prigionieri siamo noi e non loro'... ed esortano la gioventù a darsi alla montagna» (Lucca). «Nella collaborazione dei Carabinieri... si deve rilevare come... esista una specie di tolleranza sia nella ricerca dei precettati sia nei riguardi di reati di carattere politico» (Casale Monferrato)”
All’estero
A Cefalonia la divisione Acqui e i suoi carabinieri della 2ª compagnia (7° battaglione mobilitato) e della 27ª sezione decisero di resistere, anche se la situazione era disperata. Nella piazza principale di Argostoli, sotto gli occhi allibiti delle impettite sentinelle tedesche, il sottotenente Orazio Petruccelli ammainò la croce uncinata e issò il tricolore. Pagò il gesto eroico con la morte. Scene analoghe si svolsero a Corfù e nel Dodecaneso.
In Jugoslavia, a Spalato, si costituì per iniziativa del colonnello Luigi Venerandi e del colonnello Attilio Venosta il battaglione Carabinieri Garibaldi. Entrarono subito in azione contro il caposaldo germanico di Clissa (13-14 settembre), soccorrendo un reparto di partigiani slavi in difficoltà. Tito inserì la nuova formazione nella 1ª brigata proletaria. Il battaglione fu il nucleo dal quale nacquero la brigata e la divisione Italia.
25 aprile 1945
Al momento dell'insurrezione generale, ordinata il 25 aprile 1945, i 700 carabinieri della "Banda Gerolamo" del maggiore Giovannini intensificarono la loro attività e parteciparono nei giorni 25, 26 e 27 alla liberazione di Milano. Secondo i piani prestabiliti e decisi in armonia col C.L.N. varie squadre di Carabinieri occuparono tempestivamente le caserme della città, assicurando i necessari servizi d'ordine e di difesa degli edifici pubblici e rastrellando ingente quantità di materiale e documenti. (……) Il 27 aprile anche Piacenza venne liberata da una Divisione partigiana: a comandarla era il tenente dei Carabinieri Fausto Cossu, che il 27 aprile sfilò alla testa della sua unità per le vie della città esultante. La formazione del tenente Cossu ebbe grandi meriti nella lotta ai nazifascisti.
Alla fine della guerra di Liberazione dalle file dell'Arma non risposero 2.735 militari, caduti in soli venti mesi di lotta partigiana; 6.521 risultarono i feriti.
Un così alto tributo di sangue ha avuto i seguenti riconoscimenti alla Bandiera dell'Arma:

1 Medaglia d'Argento al Valor Militare;

ad ufficiali, sottufficiali, appuntati e carabinieri:

2 Croci di Cavaliere dell'Ordine Militare d'Italia;

32 Medaglie d'Oro al Valor Militare;

122 Medaglie d'Argento al Valor Militare;

208 Medaglie di Bronzo al Valor Militare;

354 Croci di Guerra al Valor Militare.

Non sempre, così come agli altri combattenti partigiani, abbiamo detto una semplice parola: GRAZIE.

W la Resistenza, W la Repubblica, W la Costituzione e W l’Europa unita e pacifica.

Trezzo sull’Adda 25 aprile 2014
 
 
 
 

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